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Nella notte

Si bloccano con le ciaspole sul Baldo, salvati dal Soccorso Alpino: «Ci vuole più attenzione»

L'intervento del soccorso alpino
L'intervento del soccorso alpino
L'intervento del soccorso alpino
L'intervento del soccorso alpino

Intervento nella notte per soccorrere due ciaspolatori rimasti bloccati sul Baldo.

Il gruppo, un uomo di 52 anni e due donne di 32 e 26 anni di Costermano, erano partiti per un giro ad anello dall'Osservatorio di Novezzina.

Seguendo la traccia del sentiero sul cellulare, spiega una nota del Soccorso Alpino, erano però arrivati in un punto dove avrebbero dovuto superare un ripido traverso appoggiato a una roccia e, non riuscendo ad avanzare, hanno chiesto aiuto, visto che fra l'altro si stava ormai facendo buio.

Tre soccorritori sono partiti da Rivoli per poi risalire con sci e pelli, mentre altri due soccorritori si sono mossi da Verona portando il quad. Una volta avuto il contatto vocale, individuati nella zona del Passo del Cerbiolo, per i soccorritori "non è stato semplice raggiungerli, per la presenza di salti di roccia da aggirare. Avvicinatasi, la squadra ha quindi optato per il passaggio di lato lungo il pendio verticale che li aveva bloccati, battendo con gli scarponi una traccia nella neve dura. Una volta dai tre, li hanno assicurati e uno alla volta li hanno accompagnati al di là del tratto rischioso".

A quel punto i tre sono stati guidati alla strada forestale dove li attendeva il quad che li ha trasportati a Novezzina, ormai superata l'una notte.

Da capire se verranno multati, visto che le interpretazioni delle regole in vigore in zona arancione sembrano non prevedere le ciaspole come attività consentita. Potevano invece essere fuori dal proprio comune: Costermano ha meno di 5.000 abitanti e quindi ci si può muovere entro i 30 chilometri in linea d'aria.

 

Il gestore del rifugio Telegrafo, volontario del Soccorso Alpino, commenta così la vicenda: «l'ennesimo intervento che poteva essere evitato se solo imparassimo a lavorare anche ex ante, piuttosto di essere operativi solo a posteriori di quegli eventi che poi richiedono un intervento di soccorso! In queste giornate di assenza di precipitazioni, ma con neve ovunque, venti forti in quota, temperature rigide... ricordiamoci che la Montagna d'inverno NON è la STESSA che conosciamo in estate e richiede approcci e considerazioni che NON sono le STESSE che siamo tenuti ad avere durante i mesi estivi! Tutti possono sbagliare, succede anche ai professionisti, ma per muoversi in Montagna in maniera adeguata è assolutamente necessario migliorare la nostra Cultura, il nostro approccio ad essa... partendo dalla giusta scelta dell'itinerario! E se nasce un dubbio lungo il percorso? O vien tardi? Tornare indietro non è una sconfitta, ma un segno di Cultura!»

 

 

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