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Brenzone

Scoppia il dibattito su Punta Veleno: sbarre o senso unico per ridurre gli incidenti

I cartelli di avvertimento all’inizio del percorso
I cartelli di avvertimento all’inizio del percorso
I cartelli di avvertimento all’inizio del percorso
I cartelli di avvertimento all’inizio del percorso

Le proposte non mancano: «Su quella strada serve il senso unico». «Bisogna lasciarla così come è». «Mettiamo una bella sbarra per evitare nuove tragedie». Si infiamma il dibattito sulle misure da adottare sulla via del Sole con la famosa Punta Veleno, la strada che collega il Baldo con il lago: una serpentina ripidissima di dieci chilometri che da Prada arriva fino a Brenzone con oltre mille metri di dislivello. Gli incidenti, nonostante la presenza dei cartelli che vietano la discesa alle auto con cambio automatico, scooter e camper, sono piuttosto frequenti. L’ultimo in ordine di tempo nemmeno una settimana fa, con un motociclista che, dopo aver avuto un problema con i freni sulla sua enduro su cui viaggiava anche la sua compagna, ha sbattuto contro le rocce, finendo in rianimazione a Borgo Trento.

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A fine giugno un gruppo di turisti olandesi era finito fuori strada con due grosse moto a tre ruote e due Vespe prese a noleggio, ignorando le indicazioni di divieto, con un bilancio di due feriti. Ma in passato non sono mancate anche le vittime, a bordo sia di auto che di scooter. Dopo l’ultimo episodio la gente del posto si interroga se serva intervenire e come, per mettere più in sicurezza quella striscia d’asfalto che si sviluppa sulle pendici del Baldo con pendenze che arrivano al venti per cento. Al Pina’s bar di Brenzone, vicino all’inizio della ripidissima salita che porta a Prada, un gruppo di residenti discute del tema. Per Alberto Chincarini, che abita vicino a Campo, la soluzione non è la chiusura della strada, né tantomeno il senso unico con transito solo in salita. «Forse bisognerebbe segnalare meglio il pericolo con cartelli più grandi ed evidenti, magari anche con un lampeggiante», suggerisce.

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Angelo abita a due passi da quella che è considerata una delle strade più pericolose del Baldo e non solo. «Ieri (sabato per chi legge, ndr) ho visto un suv che stava scendendo da Punta Veleno. I freni stavano fumando. Ho avvertito l’automobilista, spaventato ma che sembrava quasi inconsapevole a che cosa stesse andando incontro. In passato, anche di recente, sono capitati altri episodi simili ma gli automobilisti o motociclisti spesso se ne infischiano degli avvertimenti e ti mandano perfino quasi a quel paese», confessa il cittadino gardesano. «I residenti conoscono bene i pericoli della strada e ovviamente sanno come evitarli. Il problema sono i turisti che o non si accorgono dei cartelli o li ignorano o li sottovalutano, commettendo però un grave errore. Perché uscire di strada a Punta Veleno è un attimo. E poi chi noleggia scooter e moto nella zona dovrebbero avvertire i turisti di non affrontare quella discesa. Serve maggior comunicazione».

Un altro residente della zona, quasi come provocazione, ma fino ad un certo punto, interviene e lancia la proposta: «Nel punto dove inizia la discesa si dovrebbe mettere una bella sbarra, che si alza solo con un pass. Altrimenti gli incidenti proseguiranno. Comunque il senso unico è impensabile». La vede diversamente Rosanna dello storico alimentari «La Botéga del Bertiól», situato proprio all’inizio della salita verso Prada. «Credo che a questo punto il senso unico possa essere una soluzione. Ciclisti e motociclisti spesso entrano in negozio chiedendo informazioni su Punta Veleno, per sapere se è davvero così ripida. Io glielo confermo, raccomandandomi di non percorrerla in discesa. Poi non so quanti mi ascoltino davvero». «Io la lascerei così», afferma Giada, al bar Al Sole. «Semmai bisognerebbe sistemare l’asfalto», afferma. Al riguardo, tra l’altro Davide Benedetti, sindaco di Brenzone, ha annunciato un piano per sistemare la via e l’area limitrofa, con la riqualificazione del manto stradale, la pulizia del bosco circostante, un miglioramento dell’illuminazione. Il progetto dovrebbe essere attuato l’anno prossimo. Sul fatto che vada sistemato a dovere è d’accordo anche Stefano: «Un intervento è necessario, ma vietare la discesa la vedo difficile. Basterebbe rispettare i cartelli di divieto e non si verificherebbero tutti questi incidenti. E comunque si chiamerà Punta Veleno per qualcosa...».

Emanuele Zanini

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