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Novità su Cima Carega

Rifugio Fraccaroli, nuovi e giovanissimi gestori: Andrea e Miriam, 44 anni in due e tante idee

La stagione inizierà il 20 giugno: «Accoglienza sincera nello spirito della montagna
La firma. Andrea Laghetto e Miriam Roso firmano il contratto di gestione con Maurizio Menozzi FOTO MARCHIOR
La firma. Andrea Laghetto e Miriam Roso firmano il contratto di gestione con Maurizio Menozzi FOTO MARCHIOR
La firma. Andrea Laghetto e Miriam Roso firmano il contratto di gestione con Maurizio Menozzi FOTO MARCHIOR
La firma. Andrea Laghetto e Miriam Roso firmano il contratto di gestione con Maurizio Menozzi FOTO MARCHIOR

Non hanno nemmeno 50 anni in due e un entusiasmo che non è dato solo dalla loro giovane età. Sono grandi appassionati di montagna il 25enne Andrea Laghetto e la 19enne Miriam Roso: per il prossimo triennio, e si spera di più, gestiranno insieme il rifugio «Mario Fraccaroli», portando una ventata di novità su Cima Carega.

Proprio la possibilità di dare nuovo slancio alla struttura, che è di proprietà della sezione «Cesare Battisti» del Club alpino italiano, ha orientato la scelta dopo aver valutato una ventina di candidature. «Per noi gestire un rifugio è un sogno che si realizza», dicono all’unisono Andrea e la fidanzata Miriam. Anzi, è un desiderio condiviso, tanto che in questa avventura a 2.230 metri sul livello del mare sono coinvolti pure i familiari.

Formazione. Vivono rispettivamente a Schio e Valli del Pasubio: le terre alte di casa le conoscono molto bene, ma soprattutto le frequentano assiduamente. Quando è stato pubblicato il bando per la nuova gestione, hanno deciso di provare, mettendosi in gioco, con alle spalle due stagioni estive trascorse alla locanda Balasso di Valli del Pasubio. «Per noi che siamo appassionati di montagna, non c’è cosa migliore che lavorarci», riconosce Andrea, laureato in Tecnologie forestali e ambientali. In quota, è uno che ha fiato: ama praticare trekking, sci alpinismo e lo sport dell’arrampicata.

«Partiamo, ma senza la pretesa di voler fare troppe cose», aggiunge, «poi, una volta che ci saremo ambientati e avremo capito meglio le modalità di lavoro, vorremmo proporre qualcosa di nuovo». La giusta cautela, accompagnata però da parecchie idee che fanno brillare gli occhi ai due ragazzi. Attenzione all’aspetto ambientale, innanzitutto, per non inquinare e ridurre la produzione di rifiuti. Senza trascurare l’atmosfera: «Vogliamo che il nostro sia un rifugio tradizionale, senza troppe ricercatezze», spiegano, «con un’accoglienza sincera, come dev’essere nello spirito della montagna».

Nelle varie stanze e sulle tavole con porzioni di canederli, minestrone, dolci genuini. «Ci impegneremo a utilizzare prodotti a chilometri zero», puntualizza Miriam. Tra i fornelli come cuoca ci sarà Irene, sorella di Andrea, con papà Dario (addetto rifornimenti) e mamma Maria Oriella Zanella; a completare la squadra si uniranno due cameriere oltre ai genitori di Miriam, Damiano e Michela Sbabo, con la sorella Nicole.

 

Rifugio Il «Mario Fraccaroli» su cima Carega è di proprietà del Cai «Battisti», ora ha giovanissimi gestori
Rifugio Il «Mario Fraccaroli» su cima Carega è di proprietà del Cai «Battisti», ora ha giovanissimi gestori

 

Entusiasmo. Erano quasi tutti presenti nella sede veronese del Cai, in via Mascagni, al momento della sottoscrizione del contratto, dimostrando spirito di collaborazione e parecchia buona volontà. Dettagli che alla chiusura del bando, lo scorso 12 dicembre, per la commissione hanno fatto la differenza nella valutazione delle 21 candidature pervenute alla sezione. Non soltanto dal Veronese ma da Padova, Trento e addirittura dalla Toscana.

La rosa degli aspiranti si è ristretta prima a nove candidati, quindi, dopo l’autoesclusione di due persone, a sette. «Uno dei criteri di valutazione era l’esperienza, ma in Andrea e Miriam abbiamo visto l’entusiasmo», precisa il presidente Maurizio Menozzi, «sappiamo che potranno incontrare delle difficoltà, ma siamo certi che riusciranno a superarle. Per questo li abbiamo ritenuti i più idonei».

Per il Fraccaroli è una ripartenza da quando la famiglia Baschera, ad ottobre 2021, ha ceduto il passo dopo ben 53 anni di ininterrotta attività. L’impegno «Le paure che sono tante», ammettono i giovani gestori, «faremo il possibile per accontentare chi salirà a trovarci». Nell’attesa, hanno già effettuato sopralluoghi alla struttura per organizzarsi e pensare a qualche miglioria con cui rendere l’edificio accogliente: sia all’interno che all’esterno, per esempio con la sistemazione della staccionata, visto che Andrea è esperto nel lavorare il legno.

Come Miriam, non è uno di quei ragazzi che trascorre il tempo chino sul telefonino: preferiscono darsi da fare, guardando a un futuro per costruire a Cima Carega qualcosa di proprio. Adesso che il contratto è siglato e hanno ricevuto le chiavi del rifugio, c’è il periodo di apertura a cui guardare: a fissarlo è la Provincia autonoma di Trento, visto che Cima Carega ricade nel comune di Ala: va dal 20 giugno al 20 settembre. «La nostra idea», concludono, «è partire prima e, se la stagione lo consentirà, proseguire oltre».

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Marta Bicego

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