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Lazise

La storia di Renato, che ha donato il sangue 206 volte. «E finché starò bene lo farò»

Un bel primato in generosità quello raggiunto da Renato Battistoni. Ha donato il sangue per ben 206 volte. Quarantacinque anni di volontariato e di impegno solidale nato quasi per scherzo appena raggiunta la maggiore età. La generosità di Renato è stata recentemente premiata con la massima benemerenza dell'Avis, la consegna del distintivo in oro con brillante. Una benemerenza non cercata perché lui dona e non si mette mai in mostra. È abituato al fare e non al dire.

 

La storia di donatore di Renato

«Ho iniziato a donare», spiega Renato Battistoni, «quando avevo appena 18 anni. Del resto mio padre Luigi l'ho sempre visto donare e mio zio Annibale Sartori è stato una colonna dell'Avis di Lazise». Renato è anche uno sportivo: vela e golf sono le sue passioni che ancora oggi pratica con frequenza. Luigi Battistoni, suo padre , è stato uno dei 42 soci fondatori della comunale di Lazise, il 5 aprile 1965. Alla trattoria Arcobaleno, sede del ritrovo dei soci fondatori, ha sottoscritto con il compianto professore Vittorio Bozzini e con Don Rino Furri l'atto fondativo dell'Avis di Lazise alla presenza del presidente provinciale Antonio Gottardi. «È stato proprio assaporando “l'aria dell'Avis” che ho deciso di iniziare la donazione di sangue», spiega Battistoni.

«Ricordo bene che un giorno quando ero al distributore a rifornire di benzina le automobili (era il suo lavoro, ndr) sulla Gardesana, vidi Giovanni De Lana, mio zio Annibale, Giacomo Parolini e il socio di mio padre, discutere di sacche, donazioni, ricerca di nuovi giovani pronti a donare. Allora mi avvicinai e dissi di essere disponibile. Il giorno dopo ero a Bussolengo al Centro trasfusionale con il mitico presidente De Lana per iniziare l'avventura. Ho donato anche plasma, non solo sangue intero. Non mi sono mai fermato. Ora, data l'età, dono quattro sacche l'anno. Fra poco, a 65 anni», continua Battistoni, «dovrò fermarmi, ma non voglio chiudere con le donazioni. Ne farò due all'anno. E finché avrò salute e possibilità il mio dono ci sarà sempre. È un impegno morale».

 

L'Avis

Spiega commosso il presidente emerito dei donatori Giovanni Faccioli»: «Aver avuto nel nostro gruppo Renato Battistoni è stato un dono e il suo impegno costante va evidenziato. Ha dimostrato tanta generosità e tanto coraggio. E c'è da dire che non ha voluto premi e riconoscimenti. Ho sempre dovuto portarli a casa dalla mamma e dalle sorelle tanto era schivo e riservato. È stato con me anche nel consiglio direttivo. Non ha mai fatto mancare il suo impegno per il nostro sodalizio. È un esempio da additare. Un autentico testimonial per i giovani». «Quarantacinque anni con l'Avis è un tempo eccezionale», sottolinea l'ex presidente Claudio Zeni, «e continuare a donare vuol dire aver capito nel profondo il grande aiuto che i donatori continuano a dare ai nostri ospedali per consentire i trapianti e dare vita e speranza a chi si trova in pericolo di vita».•.

Sergio Bazerla

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