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«Puliti» diciotto canneti per preservare l’habitat

Un canneto a Bardolino
Un canneto a Bardolino
Un canneto a Bardolino
Un canneto a Bardolino

Diciotto canneti che si stagliano sulle sponde del Garda nel territorio comunale di Bardolino sono stati oggetto di valorizzazione e riqualificazione. Il tutto nell’ambito di un progetto biennale avviato lo scorso anno e redatto da due tecnici forestali specializzati, Marina Negretto e Anna D’Andrea. L’obiettivo è quello di preservare l’habitat protetto della Phragmites australis, questo il nome scientifico del canneto, una delle specie vegetali più importanti per il lago di Garda e mantenere le sue preziose funzioni. Il canneto infatti offre riparo alla fauna ittica, è sede di nidificazione per alcune specie di uccelli e assolve altre fondamentali attività che sono la fitodepurazione dell’acqua e la protezione delle sponde dai fenomeni di erosione provocati dall'acqua. «Gli interventi effettuati nei giorni scorsi», afferma il vice sindaco Katia Lonardi, «oltre a consentire lo sfoltimento, la rigenerazione e la pulizia dei canneti, hanno permesso di constatare un primo positivo segnale: quest’anno rispetto al 2021, era notevolmente ridotta la quantità di rifiuti raccolti durante la pulizia delle sponde. I canneti hanno bisogno di cura e manutenzione continuativa e per questo è stato avviato un progetto ad hoc che oltre a tutelare il territorio ha anche lo scopo di sensibilizzare alla salvaguardia dell’ambiente». I canneti sul Garda sono sempre meno ma rappresentano un polmone vitale per l’ecosistema lacustre. Un tempo occupavano gran parte del litorale gardesano e si sono lentamente assottigliati, per mano dell’uomo, nel corso dei decenni lasciando spazio a nuove spiagge prese d’assalto dagli ospiti d’oltralpe e dai vacanzieri «mordi e fuggi» di prossimità. Per l’industria del turismo spesso e volentieri rappresentano un «ostacolo», nel senso che difficilmente la gente si ferma sull’arenile dove si staglia il phragmites australis. «Preservare l'habitat del lago è un obiettivo primario», conclude Lonardi, «e grazie a progetti come questo è possibile garantire il mantenimento di ambienti adatti alla conservazione della biodiversità che caratterizza il nostro territorio». L’intervento è stato effettuato da una ditta specializzata. •.

Stefano Joppi

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