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«Pubblico e privato? Sinergia Nell’interesse della collettività»

Pederzoli  Il sottosegretario Costa con Puntin e Gianfilippi  FOTO PECORA
Pederzoli Il sottosegretario Costa con Puntin e Gianfilippi FOTO PECORA
Pederzoli  Il sottosegretario Costa con Puntin e Gianfilippi  FOTO PECORA
Pederzoli Il sottosegretario Costa con Puntin e Gianfilippi FOTO PECORA

«Chi si approccia alla sanità in modo ideologico, contrapponendo il pubblico al privato convenzionato, fa un dibattito anacronistico»: queste le parole scandite ieri pomeriggio dal viceministro alla Salute Andrea Costa nell’incontro con i medici dell’ospedale Pederzoli di Peschiera. «Il Covid ce lo ha insegnato», ha proseguito, «se in questi due anni non ci fosse stato l’apporto del privato, il nostro Paese non sarebbe stato in grado di superare l’emergenza». Il concetto espresso dal sottosegretario è «sinergia tra pubblico e privato» e questo è il senso della visita ai due ospedali della provincia scaligera, per «testimoniare che oggi c’è bisogno del contributo di tutti, nella consapevolezza che l’obiettivo comune è offrire servizi adeguati e vicini ai cittadini». Ad accompagnare Costa in una breve visita all’ospedale e al Centro servizi Pederzoli c’erano tra gli altri l’ad Giuseppe Puntin, il presidente Vittorio Pederzoli, il direttore sanitario Gianluca Gianfilippi, il direttore dell’ospedale di comunità Sandro Caffi e diversi sindaci: Orietta Gaiulli (Peschiera), Giovanni Dal Cero (Castelnuovo) e Luca Sebastiano (Lazise). «I numeri dicono che questa è un’eccellenza», ha aggiunto Costa, «va preservata e sostenuta nell’interesse della collettività». Numeri, riferiti al 2021, illustrati da Gianfilippi: 20 unità operative, 327 posti letto, 40mila accessi al pronto soccorso, 25mila ricoveri, 20mila interventi chirurgici, oltre un milione di prestazioni ambulatoriali, 1.230 nascite. E i dati Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) che classificano l’ospedale Pederzoli al quarto posto in Italia per volume di interventi chirurgici sui tumori del pancreas e al terzo per gli interventi sui tumori della prostata. Il 42% dei pazienti arriva da fuori regione e la metà di questi per curare patologie oncologiche. «L’ospedale di Villafranca si è trasformato per un periodo in struttura Covid grazie anche all’attività che abbiamo fatto a supporto, riorganizzando il nostro ospedale mantenendo le reti dell’emergenza-urgenza e curando anche i pazienti Covid», ha detto Gianfilippi. Uno sguardo alla collaborazione crescente con l’Università di Verona e ai lavori in corso dal 2012, da conclduere nel 2023. Lavori che hanno portato la superficie dell’ospedale a 71mila metri quadri, all’innovazione tecnologica e che a breve permetteranno di aprire medicina nucleare (con due Tac-Pet) e servizio dialisi•. Katia Ferraro

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