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L'indagine

Prezzi alle stelle
Niente più case
per i giovani del lago

L'indagine
Una casa in costruzione: i prezzi degli affitti al lago sono alle stelle
Una casa in costruzione: i prezzi degli affitti al lago sono alle stelle
Una casa in costruzione: i prezzi degli affitti al lago sono alle stelle
Una casa in costruzione: i prezzi degli affitti al lago sono alle stelle

Comprare o affittare casa nei paesi che si affacciano sul lago di Garda è diventata un’impresa economica impossibile per i giovani che vi sono nati e cresciuti, costretti a «emigrare» in altri Comuni dell’entroterra se le proprie famiglie d’origine non hanno immobili da donare ai figli o risorse per aiutarli (LE TESTIMONIANZE). Ai prezzi sempre più alti al metro quadro che rendono difficile l’acquisto si aggiunge una presenza sempre più massiccia di seconde case sfruttate come locazioni turistiche stagionali, che garantendo rendite più redditizie comprimono fino quasi ad annullare il mercato degli affitti ordinari.

 

Stando ai dati rilevati dall’Ufficio studi del Gruppo Tecnocasa, per l’acquisto si va ad esempio dai 2mila ai 4.300 euro al metro quadro di Torri del Benaco, ai 2.100-3.900 euro al metro quadro di Lazise, ai 1.600-3.700 euro di Garda e Bardolino, ai più «economici» 1.300-3.100 euro di Peschiera del Garda, prezzi che oscillano in base alla posizione e alla condizione dell’immobile. Nulla di nuovo sotto il sole: è la legge di mercato regolata dalla logica domanda-offerta, con effetti speculativi simili in tutte le località ambite e turistiche.

 

Ma c’è chi a questa situazione sta provando a porre un freno. È il caso della Provincia autonoma di Bolzano, che oltre a concedere agevolazioni per l'acquisto della prima casa (potendoselo permettere), lo scorso anno ha approvato una legge molto contestata che nei paesi con oltre il 10% di seconde case (25 Comuni capoluogo e 26 frazioni) vieta l’acquisto di nuove costruzioni e di immobili in ristrutturazione a chi non risulta essere residente da almeno 5 anni o non dimostri di aver avviato un rapporto di lavoro in Alto Adige.

 

Sulle coste gardesane è difficile fare un bilancio realistico tra chi lascia e chi arriva, essendoci anche residenze fittizie fatte risultare per non pagare le tasse sulla seconda casa. Problemi sollevati anche dall’Associazione albergatori di Garda e Costermano, che in una lettera inviata al sindaco Davide Bendinelli come contributo alla stesura del terzo Piano degli interventi comunale ha auspicato «uno stop deciso e senza compromessi al consumo di suolo e ad una ulteriore frammentazione delle aree verdi rimaste». «L’edificazione di seconde case», ha scritto il presidente Roberto Ginami, «dovrebbe essere interdetta completamente, in quanto incompatibile con uno sviluppo turistico sostenibile e di qualità, perché le abitazioni usate per affitti turistici alterano sia i prezzi del mercato degli affitti immobiliari, sia quello delle camere di imprese turistiche regolari. Questo da un lato rende difficile metter su famiglia a Garda, pur disponendo di un lavoro, dall’altro crea concorrenza sleale».

 

Preoccupazioni condivise dal parroco di Lazise don Lanfranco Magrinelli, che osserva con sguardo sociologico il problema: «I prezzi delle case portano le giovani famiglie a spostarsi altrove, con la conseguenza che la popolazione locale invecchia e si perdono i legami di comunità. Si è vissuto e si vive per il turismo sacrificando le relazioni: lo spopolamento del centro storico e la chiusura di negozi e locali nel mese invernale la dice lunga, i paesi rischiano di diventare un centro commerciale estivo, con la parentesi dei banchetti natalizi». L’appello del parroco è alla politica in senso lato, che «non deve abdicare al suo ruolo di controllo sociale delegando lo sviluppo anche edilizio alla sola legge di mercato».

 

L’esempio della Provincia autonoma di Bolzano potrebbe essere seguito dal Veneto? «Per tutelare i giovani devono essere portate avanti iniziative a vocazione residenziale mirate, con vincoli legali chiari», risponde il sindaco di Garda, «serve una legge regionale quadro che porti i Comuni ad avviare iniziative urbanistiche che prevedano ad esempio che il cambio di destinazione d’uso di un terreno sia concesso e mantenuto solo rispettando certe condizioni». «Iniziative simili all’Alto Adige sono fatte con l’edilizia convenzionata», ricorda il sindaco di Lazise Luca Sebastiano, «anche se da noi gli ultimi piani di questo tipo stanno avendo pessimi risultati (due grandi aree con una cinquantina di acquirenti sono ferme per problemi con le cooperative edilizie, ndr)». Sebastiano chiama in causa anche la legge regionale sul Piano casa, che negli intenti oltre a dare ossigeno al settore edilizio avrebbe dovuto rispondere alle esigenze abitative, mentre sul lago ha alimentato la speculazione edilizia. •

Katia Ferraro

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