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«Politico tutto d’un pezzo, andava subito al sodo»

«Un uomo tutto d’un pezzo, con un amore viscerale per il Veneto». Non ha dubbi il sindaco di Castelnuovo Giovanni Dal Cero, un bambino quando Michelangelo Rizzi sedeva in amministrazione comunale. «Non l’ho conosciuto di persona ma in paese tutti sono a conoscenza della sua storia e di una vicenda che ha segnato la sua esistenza in negativo solo per aver difeso la sua casa, la sua terra». Altro non aggiunge il primo cittadino. «Era una persona e un politico che andava subito al sodo e non amava la burocrazia, le scartoffie che lasciava volentieri ad altri», ricorda l’assessore della Lega Nord Marilinda Berto. «Abbiamo amministrato insieme nel quadriennio 1995-’99 quando era sindaco Ferdinando Emanuelli, anche lui deceduto due anni fa. Eravamo giovanissimi, io ventidue anni, alla nostra prima esperienza ma entrambi nominati assessori: io avevo le stesse deleghe di oggi (famiglia, pari opportunità ndr) mentre Michelangelo era assessore al commercio. Non si presentò al secondo mandato e lentamente uscì dall’ambiente politico. Era un uomo pratico, mi verrebbe da dire in dialetto «ruspante»; puntava sempre al raggiungimento dell’obiettivo che era, se vogliamo anche la caratteristica di quella amministrazione comunale che venne poi rieletta per un secondo mandato sempre con Emanuelli. Non era da tempo in Comune quando successe l’episodio che cambiò la sua vita e da quel momento l’ho anche perso di vista. Conoscendo Michelangelo aveva lampi di lucidità estrema in pochi secondi e se ha ritenuto di agire come ha agito evidentemente aveva percepito di essere in pericolo». E Berto conclude: «Certo aveva tratti d’impulsività in alcuni casi ma è sempre stato una persona ragionevole, equilibrata che a volte si scontrava con un’ immagine di persona al limite. Rimarrà sempre un ricordo di una persona sincera».

S.J.

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