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Plastica, 579mila bottiglie in meno

La casetta di distribuzione dell’acqua a Bardolino
La casetta di distribuzione dell’acqua a Bardolino
La casetta di distribuzione dell’acqua a Bardolino
La casetta di distribuzione dell’acqua a Bardolino

I numeri reggono nonostante la pandemia da Covid-19. I dati non sono quelli economici relativi alle attività produttive ma più semplicemente al consumo dell’acqua erogata dalle dieci casette di Azienda Gardesana servizi dislocate sul territorio Baldo-Garda con sconfinamento, in due casi, nell’area della Valpolicella. NONOSTANTE la sospensione del servizio durante il lockdown del 2020 l’erogazione di acqua naturale e gassata non ha avuto alcun crollo nei consumi rispetto al 2019. Per carità, il totale dei litri erogati è inferiore di meno di un terzo ma va considerata che le casette sono tornate in funzione solamente a fine maggio, dopo circa sessanta giorni di chiusura totale a cui sono seguite settimane di grande titubanza con spostamenti limitati più che dai divieti dall’umana paura di riprendere le abitudini precedenti. COMPLESSIVAMENTE le casette dell’acqua hanno erogato nell’anno appena archiviato 868mila 312 litri di acqua, di cui 336mila e 29 gasata e 532mila 283 naturale. In questo modo non sono state utilizzate, né immesse nell’ambiente quasi 579mila nuove bottiglie di plastica da un litro e mezzo. Un bel «regalo» nella direzione di una riduzione nella produzione e smaltimento della plastica. Decisamente meglio si era fatto nel 2019 (1 milione 236 mila 288 litri d’acqua erogati) ma è evidente che vista la situazione sanitaria nazionale il paragone tra le due annate diventa per forze di cose errato e fuorviante. Attualmente rimangono dieci le casette di Ags attive: due sono a Peschiera del Garda e a Torri del Benaco, una a Garda, Lazise, Affi, Bardolino e Pastrengo e due nel Comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella. ALLE CASETTE, i cittadini possono attingere acqua refrigerata, gasata o naturale, grazie ad un’apposita tessera, utilizzando più volte le stesse bottiglie. «I numeri delle casette dell’acqua», sostiene Angelo Cresco presidente di Azienda Gardesana servizi, «dimostrano quanto il servizio sia gradito e ritenuto utile dai cittadini, in termini di rispetto e tutela dell’ambiente. Nonostante l’erogazione sia stata sospesa per due mesi interi, nel rispetto della normativa e per evitare ogni forma di assembramento, e nonostante le limitazioni agli spostamenti, i dati ci dicono che per i cittadini si tratta di un servizio a cui difficilmente rinunciano. Per questo, nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza, Ags in collaborazione con i Comuni ha deciso di mantenere attive le casette dell’acqua dopo il lockdown». Il personale di Ags monitora costantemente gli impianti e, grazie ai controlli, vengono programmate le operazioni di manutenzione o di sostituzione delle componenti elettromeccaniche. MONITORAGGIO. L’attività di monitoraggio e manutenzione delle casette non si è mai interrotta, nemmeno durante il lockdown con impianti fermi. Durante il 2020, sono stati prelevati 98 campioni, in linea con gli anni precedenti. Si tratta di analisi aggiuntive, (oltre a quelle normalmente già realizzati sulle reti di distribuzione), che vengono realizzate a scadenza regolare e che si intensificano nel periodo estivo. In questi campioni vengono analizzati centinaia di parametri, microbiologici (es. coliformi totali, E.coli, Pseudomonas) e chimici (es. durezza, calcio, potassio, residuo fisso, sodio). Oltre alla manutenzione degli impianti, l’acqua erogata dalle casette è sottoposta anche a trattamento fisico: è sottoposta ad un processo di filtrazione prima grossolana poi più fine, quindi viene refrigerata e, nel caso sia gasata, viene addizionata con anidride carbonica. Conclude la disinfezione finale a raggi UV, prima di essere erogata agli utenti. «L’acqua che eroghiamo attraverso le nostre casette», conclude Cresco, «è sicura. Il personale di Ags monitora costantemente gli impianti, vengono programmate le operazioni di manutenzione o di sostituzione di suoi elementi, quando necessario. Grazie alle casette dell’acqua contribuiamo alla tutela del nostro fragile territorio». •

Stefano Joppi

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