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Pescato nell’acqua sporca, sanzionato

La motovedetta Cc 605 utilizzata dai carabinieri di Torri
La motovedetta Cc 605 utilizzata dai carabinieri di Torri
La motovedetta Cc 605 utilizzata dai carabinieri di Torri
La motovedetta Cc 605 utilizzata dai carabinieri di Torri

Il pescato era depositato sulla superficie di calpestio del fondo della barca, a contatto con l’acqua di sentina, la parte più bassa dell’imbarcazione. Il pescatore non aveva preso alcuna precauzione, affermano i militari, per evitare possibili contaminazioni da agenti patogeni, nonostante il prodotto ittico fosse destinato al rifornimento della filiera alimentare. Una situazione certo fuori dai canoni di igiene, stabiliti dalla legge quella che si è presentata ai carabinieri di Torri due mattine fa. I militari dell’Arma erano usciti a bordo della motovedetta di Torri del Benaco nell’ambito dei consueti controlli sull’attività dei pescatori e sulla regolarità del traffico delle imbarcazioni in un giorno di punta come domenica. Al termine del controllo dell’imbarcazione, i carabinieri hanno sequestrato oltre trenta chili di pesce persico e quattordici di tinca ad un pescatore professionista di Garda che «li trasportava in violazione della più elementari norme igieniche», riporta la nota dell’Arma. I carabinieri hanno chiamato anche il veterinario dell’ Ulss 9 proprio perchè procedesse ai controlli sull’attività del pescatore e sul pescato. È stato lo stesso medico a confermare che «il trasporto del pesce era avvenuto in mancanza delle condizioni igienico sanitarie previste dalla legge», prosegue la nota dei carabinieri. Ai militari non è rimasto altro, quindi, che infliggere a carico del pescatore una sanzione amministrativa da 500 euro, per la violazione del decreto legislativo del 2007 che attua una direttiva dell’Unione europea, risalente al 2004. Si tratta di una serie di disposizioni, relative ai controlli in materia di sicurezza alimentare oltre ai regolamenti comunitari sempre in materia di produzione di cibo. Il pescato non idoneo al consumo, è stato smaltito attraverso una ditta specializzata, «reclutata» dall’Arma al termine dei controlli sull’imbarcazione del pescatore. «So che i carabinieri di Torri sono impegnati da tempo nella repressione di questo tipo di condotte», spiega Maurizio Scarmigliati, presidente dell’Unione pescatori sportivi. Ci tiene poi a precisare subito che «dirigo un’organizzazione di pescatori non professionisti che nulla hanno a che fare con il gardesano fermato ieri dai militari dell’Arma». Ciò non toglie, però, che «la conservazione del pesce è un problema che si sta evidenziando nel nostro settore». Si tratta di «pratiche arcaiche adottate dai pescatori sul lago in quanto il pesce non viene inserito nelle vasche o in altri contenitori, idonei al suo corretto trasporto». Occorre pensare, conclude Scarmigliati, che «il pescato alle 6 dei mattino è conservato nonostante lo schock termico tra la notte e la mattina che provoca la proliferazione di batteri sul prodotto ittico». •

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