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SAN ZENO DI MONTAGNA. Al centro del contendere un edificio vista lago che il proprietario aveva lasciato alla chiesa e ora il parroco ha deciso di mettere in vendita

Parrocchiani schierati contro il don

L’edificio diroccato in contrada Canevoi FOTO PECORA
L’edificio diroccato in contrada Canevoi FOTO PECORA
L’edificio diroccato in contrada Canevoi FOTO PECORA
L’edificio diroccato in contrada Canevoi FOTO PECORA

«Il rustico di Canevoi non va venduto. Non deve andare in mano a speculatori edilizi». È l'appello lanciato da un comitato parrocchiale di San Zeno di Montagna formato da un piccolo gruppo di cittadini. La loro preoccupazione è che l'abitazione, ridotta ormai a un rudere, e l'annesso terreno agricolo circostante di oltre 11mila metri quadrati situati nella splendida località di Canevoi (non distante dall'area degli impianti sportivi di San Zeno e immersi nel bosco con tanto di vista mozzafiato sul lago, oggi proprietà della parrocchia), siano messi in vendita e che alla contrada storica sia cambiata per sempre la fisionomia. Il gruppo di sanzenati che si sono presi a cuore la vicenda raccontano che il vecchio proprietario dell'immobile, Michele Bertolini, deceduto nel 1947, prima di morire aveva donato il bene alla moglie con la volontà poi di lasciarlo alla parrocchia, e con il vincolo che non potesse essere venduto ad altri. In molti a San Zeno giurano di aver visto con i loro occhi quel documento che però non si trovava. Nei giorni scorsi, dopo una laboriosa ricerca, il comitato di cittadini intenzionato a far rimanere il rustico della comunità, è riuscito a trovare il documento che attesta le volontà di Bertolini. Amabile Schena, vedova di Bertolini, nel suo testamento scriveva: «Lascio i miei beni immobili provenienti dall’eredità del mio defunto marito Bertolini Michele alla chiesa di San Zeno di Montagna perché il parroco ne usi a quelle opere di carità e di indole religioso morale che egli intendesse attuare a vantaggio della parrocchia intestando le opere al mio defunto marito con l'obbligo di conservare e non vendere per nessuna ragione». Tuttavia sembra che la casa e il terreno verranno comunque venduti. Ad annunciarlo era stato lo stesso parroco don Renato Mastella lo scorso anno durante una messa. Nei mesi scorsi si è poi organizzata pure un'asta. In parrocchia erano arrivate buste contenenti offerte per acquistare il bene, ma senza essere aperte in pubblico. Lo stesso comitato aveva organizzato una colletta presentando un'offerta con la speranza che l'abitazione rimanesse tra i parrocchiani, «rispettando la volontà di Bertolini». Nel frattempo, alcuni testimoni riferiscono che più di qualche potenziale compratore nei mesi scorsi ha già visitato la proprietà, che per un periodo era comparsa anche su un annuncio sul sito web di un'agenzia immobiliare di Bolzano. Il timore del gruppo di cittadini è che, vista la meravigliosa posizione in cui si trova il bene, possa essere oggetto di una speculazione edilizia che rischierebbe di stravolgere la contrada. Tuttavia dal Comune affermano che la struttura del rustico non può essere modificata. «Prima d'ora quell'immobile non era mai stato messo in vendita», affermano i rappresentanti del comitato. «Perché ora si vuole farlo?». Il parroco don Renato Mastella si limita a confermare che la dimora storica di Canevoi è in vendita e che l'asta è stata sospesa per l'emergenza sanitaria. Ma c'è chi giura che la prima è stata annullata e che ora verrà rifatta. Sembra che la vendita sia stata decisa per finanziare i lavori di ristrutturazione della chiesa e in particolare del campanile. Anche se lo stesso comitato sostiene che «i soldi per ristrutturare la chiesa si potrebbero trovare in altri modi, magari attraverso le offerte dei parrocchiani». Don Renato preferisce non aggiungere altro. «Ne riparleremo quando l'operazione sarà conclusa», dice. •

Emanuele Zanini

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