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Non concordò la conciliazione Il sindaco finisce sotto inchiesta

Gli esterni del municipio di Rivoli
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Gli esterni del municipio di Rivoli

Il sindaco di Rivoli Veronese, Armando Luchesa è indagato per abuso d’ufficio in concorso con gli altri firmatari del verbale di conciliazione per una causa di lavoro. Si tratta di un accordo raggiunto il 10 luglio 2018 tra la stessa amministrazione e il dipendente licenziato di cui, però, non si conosce il contenuto. «Sì», conferma il primo cittadino, «ho ricevuto l’avviso di garanzia dalla procura di Verona il sette gennaio». Pare che l’indagine della polizia giudiziaria, coordinata dal pm Gennaro Ottaviano, sia originata da una denuncia, partita dallo stesso Municipio di Rivoli. Il denunciante avrebbe messo in luce nel suo esposto le irregolarità commesse dal sindaco nell’accordo sottoscritto un anno e mezzo fa. In pratica, secondo l’accusa, Luchesa avrebbe agito senza avere l’autorizzazione della giunta per poter procedere ad una conciliazione con il dipendente licenziato il 6 giugno 2017. Si tratta di una vicenda che nulla ha a che fare con il licenziamento risalente ad alcuni mesi fa (vedi L’Arena del 9 novembre 2019). La scelta del sindaco di procedere ad un accordo con il dipendente licenziato configurerebbe, a parere dell’accusa, il reato di abuso d’ufficio. Per l’accusa, il sindaco avrebbe agito in modo tale da garantire ad altri «un ingiusto vantaggio patrimoniale» così come recita l’articolo 323 del codice penale. Di più dagli inquirenti non trapela sullo stato delle indagini. Con ogni probabilità, il sindaco sarà sentito dagli investigatori con gli altri indagati nei prossimi giorni in procura. In quell’occasione potrà spiegare le sue ragioni. Nel frattempo, però, Luchesa non sembra scegliere le vie diplomatiche per commentare l’avvio di questa indagine: «A mio avviso», attacca Luchesa, «si tratta di un’iniziativa vile e becera per mettere in cattiva luce il sindaco, il suo operato e l’amministrazione». Il primo cittadino ci tiene ad evidenziare anche il contesto in cui ha origine questa vicenda: «Il prossimo 24 maggio si voterà per l’elezione del sindaco» afferma, «ed è evidente che questa denuncia è una strumentalizzazione in vista del voto». E insiste: «Si vuole delegittimare e gettare fango su una persona». E poi ipotizza: «Forse l’hanno fatto perchè sono un politico scomodo». Ma di certo non cede: «Mi dicono che questa indagine non può pregiudicare la mia candidatura alle prossime elezioni amministrative». Anche i tempi appaiono sospetti al sindaco: «Non capisco come mai questa vicenda riemerga ad un anno e mezzo da quando si sono verificati i fatti. Chi mi ha denunciato lo poteva fare subito nell’immediatezza dei fatti per segnalare le irregolarità». Spunta tanta amarezza nelle parole del sindaco: «Pensavo di aver fatto una cosa bella e giusta per la mia amministrazione, concordando quella conciliazione con il dipendente. L’accordo era stato accolto da tutti molto positivamente». Anche perchè, sottolinea Luchesa, è stato fatto tutto alla luce del sole «con una conciliazione firmata all’ispettorato del lavoro il 10 luglio di due anni fa insieme all’avvocato Domenico Ghezzi, scelto dall’amministrazione». E alle malelingue che in paese ipotizzano la regia di questa denuncia da parte del vice sindaco Luca Gandini , la risposta del primo cittadino è perentoria: «Lo escludo anche perchè era d’accordo con la scelta di procedere ad una conciliazione con l’ex dipendente». Armando Luchesa non è certo abbattuto per questa vicenda: «Sono molto sereno e tranquillo ma d’ora in poi, nessuno deve pensare che abbia mai agito abusando del mio potere». •

G.CH.

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