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Niente commemorazione dell’eccidio nazifascista

La stele in ricordo dei 4 morti
La stele in ricordo dei 4 morti
La stele in ricordo dei 4 morti
La stele in ricordo dei 4 morti

E saltano anche le commemorazioni. Ricorre oggi il 75esimo anniversario della tragica fucilazione, a Incaffi, di quattro giovani soldati della Repubblica sociale italiana. La cerimonia, sempre organizzata dalle amministrazioni di Affi, Cavaion e dalle associazioni Alpini locali, salterà a causa del Coronavirus. È la prima volta dal 1946. «La tragedia avvenne nel 1945 vicino a Incaffi, frazione di Affi, dove per mano dei nazifascisti, quattro giovani tra i 19 e i 20 anni furono uccisi a un mese dalla Liberazione», ricorda Maurizio Delibori, presidente del Centro turistico giovanile (Ctg) Animatori culturali ambientali (Aca) Monte Baldo. «Erano Bruno Bianchini di Molinetto di Mazzano (Brescia), Roberto Cordara di Dorno (Pavia), Santo Mazzotti di Chiari (Brescia) e Giacomo Zanardini di Riva di Solto (Bergamo). Ebbero la sfortuna di essere estratti a sorte tra 40 militari repubblichini disertori, catturati a Peschiera e rinchiusi nell’ex caserma di via Belvedere a Cavaion fino alla condanna a morte». L’eccidio avvenne lungo la strada che porta da Incaffi sul versante occidentale del Monte San Michele, sopra località Preon: «I quattro furono legati ai pali di sostegno delle viti e fucilati da un drappello di Brigate nere, mentre i corpi furono lasciati come monito sul luogo dell'esecuzione. Alcuni cittadini», ricorda Delibori, «li deposero su un carro e li portarono al cimitero di Cavaion. Quest’anno, per la prima volta, dall'anno successivo, il 1946, non sarà possibile celebrare questa commemorazione pubblica. Ma nella memoria dei cittadini di Affi e Cavaion il ricordo resta tuttora vita

B.B.

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