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Il premio per un apicoltore di Sandrà

Il miele di Luca è il più buono d'Italia

Luca Campagnari ha ottenuto le «Tre gocce d'oro» nel concorso dell'Osservatorio nazionale del miele
Luca Campagnari
Luca Campagnari
Luca Campagnari
Luca Campagnari

La passione e la costanza nel produrre miele di qualità, per di più certificato biologico, sono state premiate: Luca Campagnari, apicoltore 46enne di Sandrà (Castelnuovo) ha ottenuto le ambite «Tre gocce d'oro» nell'omonimo concorso promosso ogni anno dall'Osservatorio nazionale del miele per selezionare i migliori mieli italiani, arrivato alla 42a edizione.

 

«Come le tre stelle Michelin»

Si tratta del riconoscimento più importante in questo settore «al pari delle 3 stelle Michelin per un ristorante», spiega Campagnari. 
Quest'anno al concorso hanno partecipato 540 apicoltori con 1.466 mieli e di questi sono stati 506 quelli premiati: 17 con le Tre gocce d'oro, 201 con Due gocce d'oro e 288 con Una goccia d'oro. Luca Campagnari ha vinto con il miele di melata di bosco (la melata deriva dalla linfa delle piante e non dal nettare) prodotto nelle arnie da anni collocate nella zona del Parco del Mincio, nel Mantovano, tra i prati stabili e i boschi in territorio di Goito. 

 

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Il miele più prelibato

«Ogni anno mando un solo tipo di miele, quello che secondo me ha la possibilità di vincere», spiega Campagnari, che oltre ad essere tecnico apistico ha la qualifica di Esperto in analisi sensoriale del miele, per cui è iscritto all'apposito albo nazionale gestito dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria).

La sua esperienza come degustatore di miele gli ha suggerito che la melata prodotta dalle sue api aveva caratteristiche speciali e il suo intuito è stato confermato dalla giuria del concorso, composta da altrettanti esperti in analisi sensoriale del miele. Le premiazioni si sono svolte a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna. «Il miele di melata è molto richiesto perché è diventato raro: è ricco di minerali come ferro e potassio che gli danno il tipico colore scuro», ha spiegato Campagnari a Patrizio Roversi, che ha condotto la consegna dei premi.

Oltre all'apicoltore castelnovese, tra i 17 che hanno ottenuto le Tre gocce d'oro c'è solo un altro produttore veneto, l'Apicoltura Pervinca di Belluno che si è aggiudicata il riconoscimento con il miele d'acacia.

 

Apicoltore da (quasi) sempre

Luca Campagnari è apicoltore da sempre: dopo una breve parentesi lavorativa come geometra, quando ancora era molto giovane ha deciso di portare avanti l'attività avviata negli anni Settanta dal padre Gabriele e nel 1996 ha ottenuto il certificato biologico. Per mantenerlo, ma soprattutto per evitare continue morie di api, da due decenni le ha trasferite in aree boschive e quanto più incontaminate possibile, che spaziano dal Monte Baldo fino a sotto la linea del Po. 
«Ho una decina di postazioni, ognuna composta da 35 arnie. Quella nel Parco del Mincio, dove è stata prodotta la melata di bosco premiata, ce l'ho da diversi anni. Anche qui, purtroppo, devo continuare a spostare le api per tenerle lontane dai campi agricoli dove vengono usati pesticidi, in questa zona impiegati soprattutto nelle coltivazioni di mais», sottolinea Campagnari, che non si stanca di denunciare pubblicamente questa piaga. 
Quanto alla produzione generale dell'annata, si dice soddisfatto nonostante le tante difficoltà incontrate: «La siccità pesante si è fatta sentire soprattutto in montagna, ma tutto sommato le produzioni sono state compensate in pianura. Non ci sono tante varietà, molti mieli hanno un colore scuro perché mischiati con la melata», afferma. «Possiamo dirci contenti perché veniamo da cinque anni disastrosi, ma in confronto a un decennio fa è cambiato tutto: sono dimezzate le produzioni e non sono più risalite». 
«Colpa non solo del clima impazzito», conclude Campagnari, «ma anche appunto delle sostanze chimiche impiegate in agricoltura che danneggiano le api, produttrici di miele e garanzia di biodiversità».

Katia Ferraro

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