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Massi caduti, si rischiano altri crolli

La Protezione civile mentre pilota il drone FOTO PECORASopralluogo per la chiusura della strada dopo la caduta dei massi
La Protezione civile mentre pilota il drone FOTO PECORASopralluogo per la chiusura della strada dopo la caduta dei massi
La Protezione civile mentre pilota il drone FOTO PECORASopralluogo per la chiusura della strada dopo la caduta dei massi
La Protezione civile mentre pilota il drone FOTO PECORASopralluogo per la chiusura della strada dopo la caduta dei massi

«Sulla parete che sovrasta Canale di Rivoli, da cui nella notte tra il 2 e il 3 si sono staccati dei massi, la roccia appare fessurata in più punti. È pertanto necessaria una verifica approfondita, direttamente in falesia, per controllare la stabilità dei blocchi e decidere le operazioni di messa in sicurezza più appropriate». Lo fa sapere il dirigente dell'Ufficio tecnico viabilità e Protezione civile della Provincia, ingegner Carlo Poli, che ieri mattina ha seguito le operazioni di ripresa fatte attraverso l'uso di droni dalla «Squadra Volo» della Protezione civile comunale di San Giovanni Lupatoto, intervenuta anche sabato. Ieri al sopralluogo, erano presenti il sindaco Armando Luchesa, con il geometra dell'Ufficio tecnico comunale Marco Gamberoni, i tecnici della Difesa suolo e della Protezione civile, Ugo Franceschetti e Armando Lorenzini dell'Unità operativa di Pc (Uopc). I tecnici della Provincia intanto predisponevano la segnaletica di chiusura al traffico della Sp 11, che è scattata alle 17, ed è volta a evitare pericoli alle persone in transito. Infatti tre dei quattro massi staccatisi sono finiti nei vigneti adiacenti dopo essere rimbalzati sulla Sp11 aprendo dei buchi che, come precisa Gamberoni, «hanno un diametro di 30 centimetri e una profondità di 20» . Ma è chiusa, con ordinanza sindacale, anche la via comunale che porta a Canale visto che uno dei massi era rovinato anche qui scivolando poi nel campo sottostante. Aggiunge il sindaco Luchesa: «Questi crolli hanno destato in me molta preoccupazione per l'incolumità di quanti transitano sulle strade. Tuttavia, sebbene la situazione sia critica, sono sollevato perché le persone, con queste interdizioni, sono state messe in sicurezza. Ci auguriamo che le operazioni di disgaggio e bonifica siano fatte in tempi veloci perché il disagio è notevole per la valle». «Questa operazione», assicura l'ingegner Poli, «sarà effettuata da domani con l'ausilio di squadre specialistiche di rocciatori che faranno un primo sopralluogo per organizzare il lavoro in parete. A ridosso della strada è alta 60 metri e si sviluppa per 200 e abbiamo visto molte fessurazioni. Sarà in sede di lavoro che si dovranno disgaggiare eventuali massi pericolanti e capire se sia necessario adottare altre misure di contenimento quali reti paramassi. Solo dopo la valutazione tecnica dei rocciatori si deciderà quando riaprire la strada». Il sindaco ribadisce: «Confidiamo nella velocità delle operazioni. Intanto stiamo approfondendo la possibilità di indicare una viabilità alternativa ai rivolesi residenti in valle che, altrimenti, per arrivare a Rivoli, dovrebbero salire fino a Rivalta, oltrepassare il ponte sull'Adige e scendere dalla Statale 12, in sinistra Adige, attraversando Volargne di Domegliara e Sega di Cavaion per arrivare, finalmente, a Rivoli. Poiché i massi sono finiti tra le vigne, stiamo inoltre cercando di valutare la sicurezza degli accessi alle aree agricole private, che sarebbe opportuno non fossero frequentate in questo periodo da persone con mezzi agricoli». Chiude Lorenzini: «Ci spiace per i disguidi ma la pubblica incolumità ha la precedenza». •

Barbara Bertasi

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