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Malore ad Assenza, un uomo muore nel lago

Il motoscafo della Guardia costiera e, dietro, l’isola del Trimelone
Il motoscafo della Guardia costiera e, dietro, l’isola del Trimelone
Il motoscafo della Guardia costiera e, dietro, l’isola del Trimelone
Il motoscafo della Guardia costiera e, dietro, l’isola del Trimelone

Nuova tragedia nelle acque dell'alto Garda. Ieri mattina ad Assenza di Brenzone, a poche centinaia di metri dalla famosa isola del Trimelone, è stato rinvenuto in acqua il cadavere di L. C., di 68 anni, residente a Brenzone. Le cause della morte sono al vaglio degli inquirenti anche se le prime ipotesi parlano di un possibile malore che potrebbe avere colpito l'uomo facendolo finire nel Garda. Il corpo del malcapitato è stato recuperato con i vestiti e le scarpe addosso: questo farebbe propendere per una possibile disgrazia, non certo per la volontà di gettarsi in acqua e fare un bagno nel lago. Comunque nessuna altra ipotesi è al momento esclusa da chi indaga. Sul posto sono intervenuti gli uomini della Guardia Costiera di Salò con una motovedetta, i sanitari del 118 di Verona Emergenza, la Polizia locale di Brenzone, i carabinieri e i vigili del fuoco con un gommone. Uno schieramento di forze dell'ordine e soccorritori che, purtroppo, pur essendo stato tempestivo, non è servito a salvare la vita del cittadino di Brenzone. «La salma resta a disposizione dell'autorità giudiziaria», hanno fatto sapere dalla Polizia locale di Brenzone guidata dal comandante Domenico Laporta, «per fare eventualmente l’autopsia, se sarà disposta per capire esattamente che cosa sia accaduto». Costernato anche il sindaco di Brenzone, Davide Benedetti. «Siamo molto dispiaciuti per quanto successo ad Assenza», ha detto il primo cittadino, «e siamo in attesa di capire esattamente la dinamica dell'evento che ha portato via un nostro concittadino. Lo conoscevo personalmente: avevamo fatto qualche cena assieme con altre persone, per cui sono rimasto molto colpito. Porgo a nome mio e della intera comunità di Brenzone le più sentite condoglianze ai familiari». Nelle ultime settimane, tra metà giugno e i primi di luglio, sul Garda non sono di certo mancate le disgrazie. Il 17 giugno una ventenne bellunese era deceduta a seguito di un tuffo fatto a Peschiera; il 20 giugno nelle acque di Pai, nel comune di Torri del Benaco, era stata trovata cadavere una donna di 47 anni residente a Bussolengo, che era deceduta, probabilmente per un malore, durante un bagno rinfrescante. Nel Bresciano, a Tremosine, il 22 giugno era morto un subacqueo polacco, Andreas Miroslav Stasiak, che era andato sulla spiaggia con la madre e poi, in quella che è una delle zone più famose per le discese in acqua, si era immerso senza più riemergere. In quel punto, Luca Pedrali nel 2017 era arrivato a quota -264 metri di profondità stabilendo il record italiano di immersioni. Ma per il cittadino polacco, il quinto in tre anni a morire in quelle acque di Tremosine, non c'è stata alcuna impresa sportiva e il corpo è stato ritrovato a 160 metri grazie all'ausilio di un robot dotato di telecamera durante la serata. E ancora, il 25 giugno a Desenzano, nel Bresciano, un ragazzo di poco più di vent’anni aveva perso la vita poco dopo essersi gettato da un pedalò. Una catena di decessi che, nonostante gli appelli della Guardia costiera di Salò, il decalogo emanato dalla Polizia nautica di Peschiera, i controlli da parte delle motovedette di carabinieri e di altre forze dell'ordine, purtroppo non si interrompe. Salvo gesti volontari estremi e complice anche il caldo di queste ultime due settimane, il più grande lago italiano viene spesso sottovalutato nei suoi pericoli, sia da sportivi professionisti che da bagnanti. •

Gerardo Musuraca

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