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Amministra un’azienda di Rivoli

Le under 35 che ce l’hanno fatta: la veronese Giada testimonial al Quirinale

Giada Dalle Vedove con Fabrizia Grassi (a sinistra) al Quirinale col presidente Mattarella
Giada Dalle Vedove con Fabrizia Grassi (a sinistra) al Quirinale col presidente Mattarella
Quirinale: Celebrazione della Giornata Internazionale della Donna

Giovane, preparata, determinata, imprenditrice. Un poker d’assi per progettare il futuro e, insieme, per abbattere i pregiudizi di genere. Non è un caso che la veronese Giada Dalle Vedove sia finita sotto i riflettori al Quirinale, lo scorso 8 marzo, invitata tra poche ammesse al cospetto delle prime cariche dello stato in occasione della Giornata internazionale della donna. Chiamata come testimonial, accanto ad altre giovani invitate dal presidente Sergio Mattarella, delle under 35 che ce l’hanno fatta, rappresentante nel suo caso dell’imprenditoria giovanile e al femminile in Italia.

In quell’occasione era accompagnata da Fabrizia Grassi, amica napoletana con cui ha intrapreso l’ultima avventura imprenditoriale lanciando Invertika, brand made in Italy nato dalla comune passione delle due ragazze, compagne di università nella Capitale, per le discipline aeree e acrobatiche.

Ma l’energia e la determinazione di Giada hanno radici in terra veronese. Da quando, nove anni fa, si sentì rivolgere la frase: «Non ce la farete mai, siete tre donne». «Avevo solo 21 anni quando mi sono ritrovata catapultata nel mondo del lavoro, con mia sorella diciassettenne e mia madre, a rappresentare la terza generazione di un’azienda composta completamente da uomini, che opera in un settore molto complesso: trasporto e smaltimento rifiuti».

 

Giada Dalle Vedove e Fabrizia Grassi

 

Uno storico impianto di Rivoli Veronese di cui Dalle Vedove è oggi, a 30 anni, co-amministratore e responsabile commerciale. «Posso testimoniare le difficoltà che le donne incontrano nel mondo del lavoro: e spesso le nostre titubanze non sono dettate dalla non conoscenza o dall’inesperienza, che possono essere colmate con lo studio, ma provengono dalla necessità di dover dimostrare per il semplice fatto di essere donne o di dover rinunciare alla nostra natura. Spesso mi domando cosa sarebbe stata la nostra vita se non avessimo avuto la forza e il coraggio di combattere contro i pregiudizi e preconcetti maschilisti di cui siamo state vittime».

E proprio la forza e il coraggio forgiati in questa realtà tutta al maschile hanno dato alla veronese la voglia di compensare, investendo anche in un sogno tutto “rosa”. «La fase di progettazione di Invertika è partita nel 2018 e abbiamo aperto l’attività in piena pandemia, a ottobre 2020, nel bel mezzo di una crisi economica e sanitaria senza precedenti. Pratichiamo entrambe discipline acrobatiche e ci siamo rese conto che mancava un abbigliamento specifico che aiutasse a migliorare le prestazioni delle atlete impegnate nella pole dance, nei tessuti aerei o nel contorsionismo. Abbiamo puntato sulla ricerca di materiali innovativi, l’attenzione ai dettagli e la vestibilità. Oggi siamo l’unico brand made in Italy specializzato nel settore». E che guarda sempre avanti.

«Commercializziamo i nostri capi attraverso l’e-commerce ma l’obiettivo a breve termine è allargare la presenza sul mercato puntando a una distribuzione in negozi fisici e catene sportive», chiarisce Dalle Vedove. Già in rampa di lancio, inoltre, una nuova collezione fitness creata con un filato innovativo ad oggi utilizzato solo a livello medico e cosmetico e che, tradotto in chiave sportiva, riduce l’affaticamento muscolare, migliora l’elasticità cutanea e le prestazioni atletiche. Una linea di grande vestibilità adatta a tutte le fisicità, certificata anche per ridurre gli inestetismi della pelle, che strizza l’occhio al «body positive». «Abbiamo voluto creare qualcosa di molto femminile ma che andasse oltre gli stereotipi di genere: perché lo sport è per tutte», conclude Dalle Vedove, «e può essere un ulteriore strumento nel percorso di emancipazione femminile, perché ci insegna che i limiti esistono, ma solo per essere superati».

Elisa Pasetto

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