Non si placa la polemica relativa alla canzone e video spot «Wir kommen wieder in Lazise» (Torneremo a Lazise) scritto da un musicista della band Ale Fusco Quartet (che lo ha interpretato) e promosso dal Comune.
Dopo le accuse lanciate da Elisa La Paglia (Pd), secondo la quale nel video si «mettono in catalogo anche le donne per attrarre i turisti promuovendo, anziché il paese una sottocultura dell'abuso mascherata tra l'ironia e la goliardia» («Sono donna e femminista, ma non trovo alcun messaggio sessista nella canzone. Si è voluto attribuirle un significato negativo, ma si sa che la malizia è negli occhi di chi guarda», la replica dell'assessore Elena Buio) è ora la volta dell’Adci art directors club che riunisce i pubblicitari italiani. In una nota stampa Vicky Gitto, presidente dell’associazione non ha dubbi. «Siamo al cospetto di parole sessiste che ci riportano all’età della pietra. Al giorno d’oggi un professionista della comunicazione non può in nessun modo presentare un messaggio promozionale di questo tipo, ed è ancora più paradossale che siano le amministrazioni comunali ad approvare contenuti di questo genere. Come associazione di categoria sono anni che ci impegniamo nel promuovere campagne pubblicitarie che rappresentino immaginari evoluti contro ogni tipologia di discriminazione», afferma Gitto che bacchetta come infelice la strofa: «Belle donne per tutta la città, per tutti i gusti e di tutte le nazionalità. Le puoi invitare in spiaggia e cantare loro d’amore, al tramonto non potran dire di no».
La band per «chiudere il caso» si è proposta di organizzare una serata con raccolta fondi contro la violenza sulle donne.•
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