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Lagheggiata, danni e allagamenti

Idrovore a tutela della Dogana VenetaLe onde che si infrangevano ieri pomeriggio in zona campeggi a Lazise   FOTO PECORAIl marciapiedi davanti alla Dogana VenetaA passeggio nell’acqua
Idrovore a tutela della Dogana VenetaLe onde che si infrangevano ieri pomeriggio in zona campeggi a Lazise FOTO PECORAIl marciapiedi davanti alla Dogana VenetaA passeggio nell’acqua
Idrovore a tutela della Dogana VenetaLe onde che si infrangevano ieri pomeriggio in zona campeggi a Lazise   FOTO PECORAIl marciapiedi davanti alla Dogana VenetaA passeggio nell’acqua
Idrovore a tutela della Dogana VenetaLe onde che si infrangevano ieri pomeriggio in zona campeggi a Lazise FOTO PECORAIl marciapiedi davanti alla Dogana VenetaA passeggio nell’acqua

Sergio Bazerla Stefano Joppi Il vento fortissimo da nord ovest e l’alto livello del lago (128 centimetri sullo zero idrometrico, la soglia massima è 140) hanno causato problemi e danni sulla riviera gardesana. Come sempre, il paese più colpito è stato Lazise, in particolare l’area tra il porto vecchio e il porto nuovo. La bufera si è scatenata nel primo pomeriggio: la forza dell’acqua ha divelto le aiuole in tufo che proteggono gli ulivi sul lungolago Marconi. Nel porto vecchio, di fronte al Municipio, il lago mosso ha rimescolato i fondali portando in superficie una grande quantità di alghe. Secondo alcuni anziani, poche volte si era vista una furia del genere. Inevitabile l’esondazione del Benaco. Invasi dall’acqua alcuni esercizi commerciali ubicati fra il porto vecchio e l’intersezione con corso Cangrande. Il livello dell’acqua di oltre 15 centimetri, nell’area del lungolago, ha allagato le sale vuote di bar e ristoranti che si affacciano in quest’area. Alcuni proprietari sono intervenuti per liberare i locali dall’acqua così come per la Dogana vecchia, dove hanno lavorato le idrovore per evitare l’allagamento dello stabile. «Abbiamo provveduto, di concerto con la polizia locale», dichiara il sindaco Luca Sebastiano, «a transennare l’accesso al lungolago sia da corso Cangrande che da piazza Vittorio Emanuele oltrechè da viale Roma proprio a tutela e sicurezza dell’area interessata alla esondazione». L’acqua del lago è penetrata anche nelle vie a ridosso del lungolago: via Arco, via Sponchie, via Albarello e Calle prima e seconda. L’acqua salita dal lago è entrata nelle caditoie per poi rientrare nel lago con un processo di vasi comunicanti. «Restiamo in casa a goderci lo spettacolo», dichiara una signora che risiede in via Arco, «ma questa forte lagheggiata oltre a portare evidenti disagi alle persone causa diversi danni ai negozi. «A mio parere», conclude, «la collocazione di un’area frangiflutti è necessaria per tutelare sia gli abitanti che le attività aperte su lungolago e vie adiacenti». Frattanto diversi turisti hanno raggiunto la banchina del lago per fotografare un evento naturale decisamente insolito. BARDOLINO E ALTO LAGO. La nebbia delle prime ore del mattino ha lasciato spazio al sole e al forte vento che ha mosso in lungo ed in largo le acque del Benaco sulle passeggiate fronte lago. Un effetto più scenico che di vero pericolo anche se ovviamente alcuni tratti delle spiagge confinante con il Garda non erano percorribili per le forti onde e le pozzanghere d’acqua creata. Alla stazione dei vigili del Fuoco di Bardolino non è arrivata in tal senso nessuna segnalazione di soccorso mentre la polizia locale ha effettuato dei pattugliamenti lungo le coste senza imbattersi in alcun intervento. «Abbiamo invece chiamato più di un proprietario d’imbarcazione nel porto di Bardolino perché alcune avevano parzialmente rotto gli ormeggi e andavano a sbattere contro la banchina», spiega il comandante della Polizia Federico Bonfioli. Nel tardo pomeriggio l’imperiosa lagheggiata ha riversato su parte della piazza di Cisano della ghiaia e alghe mentre l’imboccatura della passeggiata che collega la frazione di Bardolino e Lazise era impraticabile per via delle continue onde. Salendo verso l’alto lago nessun problema segnala il responsabile dell’ufficio tecnico di Brenzone Vittorio Caliari mentre un danno ingente l’ha subito a Malcesine Stefano Malfer, gestore del ristorante «Italia-Nikolas» confinate con il porto del centro lacustre. «A dire il vero è successo lunedì pomeriggio attorno alle 15. L’Ora, vento gardesano proveniente da sud ha scardinato e successivamente sfondato i vetri che proteggono la veranda vista lago. Per fortuna in quel momento non c’era nessuno seduto ai tavolini», racconta Malfer originario del trentino. Nel Garda trentino la giornata di lunedì è stata particolarmente ventosa con raffiche che hanno raggiunto la velocità massima di 80 chilometri orari. •

Sergio Bazerla Stefano Joppi

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