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La Rocca ceduta ai privati Rotta interroga il ministro

Il cortile interno della caserma La Rocca in una foto d’archivio: di fronte l’ingresso della RocchettaLa deputata Pd Alessia Rotta
Il cortile interno della caserma La Rocca in una foto d’archivio: di fronte l’ingresso della RocchettaLa deputata Pd Alessia Rotta
Il cortile interno della caserma La Rocca in una foto d’archivio: di fronte l’ingresso della RocchettaLa deputata Pd Alessia Rotta
Il cortile interno della caserma La Rocca in una foto d’archivio: di fronte l’ingresso della RocchettaLa deputata Pd Alessia Rotta

La deputata veronese del Pd Alessia Rotta ha presentato nei giorni scorsi un’interrogazione al ministro della Cultura Dario Franceschini e al ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini (competente per le pianificazioni urbanistiche) per verificare la regolarità del Piano degli interventi tematico adottato a fine luglio dal Comune di Peschiera del Garda. Con il Piano è stato tra l’altro definito quali porzioni dell’ex caserma La Rocca saranno adibite all’uso pubblico in seguito alla sua acquisizione, avvenuta nel 2019, da parte della Freedom Property srl di Verona (che ha acquistato anche l’adiacente ex Caserma XXX Maggio). L’accordo raggiunto tra Comune e Freedom Property prevede che quest’ultima ceda all’ente 1.430 metri quadrati all’interno della Rocca, distribuiti al piano terra di due blocchi del compendio, corrispondenti al 15 per cento circa della superficie coperta totale: meno, quindi, del 34 per cento stabilito nel 2011 nella scheda-norma del Piano particolareggiato del centro storico. Una percentuale per cui era specificata la destinazione a «servizi di uso pubblico, interamente a disposizione del cittadino, realizzati da operatori privati e con onere di manutenzione da parte di operatori privati», senza però chiarire se anche la proprietà dovesse essere pubblica. Percentuale inferiore, era stato spiegato dalla maggioranza in Consiglio, compensata dalla ristrutturazione compiuta dal privato prima della cessione degli spazi. «Con il nuovo strumento urbanistico del 30 luglio la prima cittadina di Peschiera, Orietta Gaiulli, ha ridotto la superficie pubblica di oltre la metà, come denunciato in Consiglio comunale dal consigliere de La Civica Davide Fasoli», scrive Rotta in una nota. Oltre al consigliere del centrosinistra, avevano votato contro l’adozione del Piano degli interventi tematico anche i consiglieri di minoranza del gruppo Lega, ovvero Bruno Dalla Pellegrina, Mirjana Stampfer e Tiziano Cimarelli. «Con l’interrogazione», riprende Rotta, «chiedo ai dicasteri competenti se la nuova deliberazione del Comune non violi l’accordo fatto e in che modo i ministri interrogati intendano scongiurare la notevole riduzione di fruizione pubblica all’interno dei beni storici, vigilando affinché siano rispettate ed attuate le prescrizioni e le condizioni stabilite nel 2013 dal Mibact nei provvedimenti di autorizzazione all’alienazione dei complessi monumentali». Quindi Rotta ironizza: «Decisamente un modo non rispettoso nei confronti della storia di Peschiera, mentre in tutta Italia si celebrano i 700 anni dalla scomparsa di Dante che di quella Rocca scrisse nel XX canto dell’Inferno: “Siede Peschiera bello e forte arnese/da fronteggiar bresciani e bergamaschi/ove la riva intorno più discese”». Versi con cui il Sommo poeta indicava con ogni probabilità quella che oggi è conosciuta come Rocchetta, insieme delle preesistenze del castello scaligero racchiuse nel «cavaliere della Rocca», il bastione realizzato in epoca veneziana e poi inglobato nella struttura militare di epoca asburgica. Rocchetta per la quale al momento non è ancora stato definito il futuro: non rientra infatti nel 15 per cento destinato alla cessione al Comune, ma rimane genericamente destinata a funzioni per la collettività con la possibilità di essere oggetto di una futura convenzione tra Comune e privato. Nella seduta consiliare del 30 luglio la sindaca Orietta Gaiulli aveva risposto alle rimostranze dei consiglieri di minoranza. «La pubblica amministrazione deve tenere un equilibrio tra il legittimo utilizzo pubblico di un bene e la legittima aspettativa del privato che investe dei denari: sono d’accordo che la Rocchetta non debba rimanere di proprietà del privato, ma il fatto che lo rimanga è merito o demerito della gestione della Soprintendenza», aveva replicato la prima cittadina. Rassicurando poi sul fatto che «la partita non è conclusa perché ci sarà una futura convenzione».•.

Katia Ferraro

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