Hanno resistito lontani l'uno dall'altra una manciata di ore. Poi il loro destino si è nuovamente incrociato, questa volta per sempre. La vita non ha potuto interrompere a lungo quel loro legame, un amore condiviso per sessant'anni, sin dal primo sguardo.
Lina Bianchi, 93 anni, originaria di Ferrara di Monte Baldo, se n'è andata il 4 gennaio alle 17. Il marito, Antonio Bolognese, 91 anni, originario di Vernole (Lecce), l'ha seguita il 6 gennaio, verso mezzogiorno. Erano ricoverati in ospedale, nello stesso reparto, ma in due stanze diverse.
Nessuno ha mai detto a lui che lei non c'era più. Ma il suo cuore deve aver percepito di non battere più all'unisono con quello di Lina. E si è fermato. Non erano stati contagiati dal Covid-19, ma da patologie diverse. E anche per questo la loro morte, quasi sincrona, colpisce. Tanto più per la concomitanza di alcune date. Lina e Antonio, infatti, si erano sposati il 5 gennaio 1961. E, come per un imperscrutabile incanto, il destino li ha tenuti lontani un solo giorno: proprio martedì 5, anniversario delle nozze.
E questo unico giorno, vissuto da solo, ad Antonio deve essere bastato per lasciarsi andare. Lasciando attoniti i figli: Rosanna che ha 56 anni, è sposata e lavora in un'azienda, e Giorgio, che ne ha 59, è impiegato e viveva con i genitori a Verona. L'amore tra mamma e papà è sempre stato per loro un «faro» e la loro morte improvvisa, nonostante i problemi di salute che avevano, li ha sconvolti.
Ma nei dolorosi giorni seguiti alla loro morte non hanno mai perso di vista un obiettivo: organizzare un'unica cerimonia funebre, proprio nella chiesa di Santa Caterina di Alessandria, ai piedi del Baldo, dove Lina e Antonio si erano sposati. Sebbene l'11 gennaio la temperatura fosse 2 gradi sotto zero in tanti si sono stretti attorno alla famiglia per salutare quella bella coppia, poi sepolta nel vicino cimitero. Come Lina desiderava.
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