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La fototrappola «cattura» una cucciolata di lupi sul Baldo

Lupetti «catturati» dalla foto trappola
Lupetti «catturati» dalla foto trappola
Fototrappola lupetti

Da due appassionati di foto naturalistiche è balzato agli onori della rete un video notturno ricavato da una videotrappola che ha catturato una nuova cucciolata di lupi sul Monte Baldo.

 

Sono in tutto una trentina di secondi registrati poco prima delle 21.30 di martedì 27 luglio, in una zona che i due fotoamatori definiscono «del Baldo trentino». Si vedono distintamente tre lupetti arrivare nei pressi di una radura e annusare con curiosità, probabilmente un’esca posta nei pressi della fototrappola. Al primo si aggiungono in pochi secondi altri due che arrivano in coppia, mentre in lontananza si vedono correre altri due lupi.

 

Difficile dire se siano tutti cuccioli quelli lontani: di certo ce ne sono tre, ma potrebbero essere anche cinque o più. All’egregio lavoro dei fotoamatori Andrea Frapporti e Paolo Ingot (per il popolo di Facebook, ma il suo cognome è in realtà Togni) subentra ora quello dei Forestali della Provincia autonoma di Trento (Pat) chiamati a verificare i dati.

 

«Non abbiamo motivo per non credere che si tratti effettivamente di una nuova cucciolata», esordisce Claudio Groff, coordinatore del settore Grandi carnivori della Pat, «ma per dire qualcosa in più di quello che il video mostra dobbiamo attendere i rilievi e soprattutto l’analisi genetica dei reperti raccolti». Potrebbero trattarsi dei nuovi nati della coppia che già lo scorso anno sul Baldo aveva dato alla luce due cuccioli, pare sopravvissuti all’inverno e ancora con i genitori. Ma potrebbe anche trattarsi di una cucciolata di una coppia diversa.

 

«Il fatto che i luoghi di fototrappolaggio di un branco e l’altro siano molto vicini, ci fa supporre che in realtà si tratti sempre dello stesso branco, ma attendiamo appunto le analisi genetiche per affermare qualcosa di definitivo». Di questo nucleo di genitori si sa effettivamente poco, se non il fatto che frequentano assiduamente il Baldo, dove si sono stabiliti, e l’ultimo rapporto della Pat sui Grandi carnivori, pubblicato lo scorso marzo, parla di quattro esemplari presenti in zona.

 

Il dato è confermato da Giulia Bombieri, ricercatrice del Muse, il Museo delle scienze di Trento, che ha coordinato il monitoraggio dell’ultimo autunno-inverno: «In tutta la provincia si parla di un centinaio di capi suddivisi in 17 branchi. Quello del Baldo è formato dai due adulti e dai due nati lo scorso anno. Dei 17 branchi 14 gravitano nelle aree di confine orientale con frequenti presenze anche nelle province venete, da Verona a Belluno», precisa Bombieri.

Vittorio Zambaldo

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