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BRENZONE

La festa al Chierego, i sindaci Nicotra e Bendinelli: «Sotto c’è un disegno politico»

I due sindaci: «Non vorremmo fosse un attacco per colpire un gestore che essendo assessore a Costermano vuole per il Baldo la qualifica di Mab invece che di sito Unesco»
La festa al rifugio Chierego
La festa al rifugio Chierego
La festa al rifugio Chierego
La festa al rifugio Chierego

«La festa al Chierego? Questione del tutto irrilevante, sollevata strumentalmente a oltre un mese di distanza dall'evento. Non vorrei che ci fosse sotto una questione politica per colpire, attraverso la finta indignazione di falsi moralisti, un gestore che, assieme ai soci, sta ben operando e che, essendo assessore a Costermano, sostiene la posizione di chi, come anche il Comune di Garda, Torri e San Zeno, vuole per il Baldo la qualifica di Mab invece che quella di sito dell'Unesco». A parlare, dopo le polemiche dei giorni scorsi, è ora il sindaco di Garda, Davide Bendinelli. La sua linea è condivisa dal sindaco di Torri, Stefano Nicotra.

 

La festa del 19 febbraio

A scatenare le critiche era stata una festa musicale organizzata il 19 febbraio scorso dai gestori del Chierego, cioè da Alberto Bullio, dal fratello e da altri due soci, che aveva visto la partecipazione di alcune centinaia di ragazzi. «All'epoca», ha spiegato Bullio, «nessuno si è lamentato o ha fatto rimostranze, nessun danno è avvenuto, nessuno è stato male, né ha chiamato le forze dell'ordine. In sintesi, non è successo nulla: tutto era filato liscio. Inspiegabilmente, o forse no», ha aggiunto con un po' di sconforto Bullio, «a un mese di distanza, è stato sollevato un can can mediatico basato sul nulla contro quell’iniziativa che, ripeto, non ha creato alcun problema ambientale. Cosa che del resto è evidente e nessuno ha prove contrarie al netto delle chiacchiere per puntare il dito».

 

La posizione dei sindaci

Bendinelli e Nicotra sottolineano: «È del tutto evidente che c'è un sistema a orologeria che ha tirato fuori questa questione: magari c'è gelosia tra gestori dei rifugi, o voglia di mettere in difficoltà da parte di chi si spaccia per ambientalista o per amante della montagna. Altrimenti non si spiega come mai nessuno, da anni, abbia obiettato per altre iniziative sul Baldo». «Dal 2004», hanno spiegato, «la Funivia di Malcesine, che tra l'altro gestisce anche quella di Prada, organizza eventi, alcuni dei quali anche musicali, in quota. Ad esempio, ogni anno in agosto salgono con la funivia, e non a piedi, tra le 3 e le 4 mila persone a vedere il concerto organizzato con l'orchestra dell'Arena». «Su questo evento nessuno ha mai detto nulla: vengono invitati autorità, sindaci e tanti altri», hanno continuato. «Migliaia di cittadini ascoltano questo bellissimo concerto salendo a 2 mila metri. Qual è il problema? Nessuno. Allora perché a fronte dei 3 o 4 mila che salgono sul Baldo a Malcesine, sempre sul Monte Baldo nessuno dice nulla e invece, per un decimo di quelle persone che salgono a piedi, camminando un'ora e mezza, al Chierego, si grida allo scandalo? La questione sembrerebbe incomprensibile».

 

Un disegno politico?

Poi i due sindaci tengono a sottolineare: «La nostra idea è che ci sia un preciso disegno politico sotto, come detto, e un altro per danneggiare o infastidire chi, come questa società si è aggiudicata un rifugio e cerca di rilanciare, anche con feste, la montagna. Nell'ultimo anno, peraltro, mi risulta che le feste organizzate dal Chierego siano state solo due». Concludono Bendinelli e Nicotra: «Siamo indignati per questa sorta di linciaggio mediatico che è stato fatto contro la società che gestisce il Chierego. Ci fanno sorridere anche le dichiarazioni di alcuni politici nazionali che cercano di cavalcare, forse per tornaconto e visibilità personale, una situazione come questa (il riferimento è al deputato di Fratelli d'Italia, Marco Padovani, che si era espresso contro l'evento, ndr). A Plan de Corones, per anni, Zucchero ha fatto concerti con migliaia di persone. In Trentino tuttora sono organizzate feste nei rifugi sia di giorno che di notte, e nessuno ha nulla da ridire. Idem in Lessinia. La montagna», sottolineano, «va rispettata e tenuta pulita, non c'è dubbio, ma va tutelata non con un ambientalismo di facciata. Altrimenti poi non lamentiamoci se si spopola».

Gerardo Musuraca

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