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La A22 sposta la corsia per salvare l’orchidea

L’area a ridosso della A22 dove crescono le orchidee FOTO PECORAUn’orchidea Epipactis palustrisEnnio Agrezzi con il sindaco Armando Luchesa nell’area recintata
L’area a ridosso della A22 dove crescono le orchidee FOTO PECORAUn’orchidea Epipactis palustrisEnnio Agrezzi con il sindaco Armando Luchesa nell’area recintata
L’area a ridosso della A22 dove crescono le orchidee FOTO PECORAUn’orchidea Epipactis palustrisEnnio Agrezzi con il sindaco Armando Luchesa nell’area recintata
L’area a ridosso della A22 dove crescono le orchidee FOTO PECORAUn’orchidea Epipactis palustrisEnnio Agrezzi con il sindaco Armando Luchesa nell’area recintata

Una rara orchidea spontanea, l’Epipactis palustris, insieme a una manciata di altre specie più diffuse, è stata salvata da morte sicura ad opera delle ruspe per la costruzione della terza corsia dell’autostrada del Brennero nel territorio di Rivoli. L’Epipactis palustris era diffusa fino a qualche decennio fa nella Bassa, ad esempio nell’oasi palude del Busatello a Gazzo. Ma ora, a detta degli esperti, cresce in un solo posto in tutto il Veronese: un fazzoletto di terra di proprietà della A22 che si trova a fianco della carreggiata vicino al ponte numero 38, in località Castello, e confina sull’altro lato con un vigneto. «È una zona umida, ideale per questa specie di Epipactis, in cui prolifera anche un canneto circondata da un fitto boschetto di roverelle, ciliegi selvatici, pioppi, salici», spiega Ennio Agrezzi, esperto di flora e socio storico della sezione Monte Baldo Verona del Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee (Giros). Invece di essere devastata dal cantiere e dalla terza corsia autostradale, quest’area verrà trasformata in un biotopo protetto. Al momento è stata recintata e trasformata in una stazione botanica grazie alle segnalazioni sul suo valore e al lavoro di monitoraggio fatto dai volontari del gruppo veronese, che è nato nel 1996 e ha sede a Rivoli alla «Casa delle associazioni» nell’ex scuola primaria. Nella loro opera di salvataggio i veronesi del Giros, una trentina di appassionati guidati dalla coordinatrice Giuseppina Dal Corso, sono stati incoraggiati e sostenuti dall’amministrazione comunale. Insieme al sindaco Armando Luchesa hanno fatto fronte comune e hanno cercato di far breccia nel cuore del personale dell’A22 per evitare il disastro. E ci sono riusciti. «Tecnici, amministratori e dirigenti dell’autostrada del Brennero hanno capito il valore naturalistico della zona» sottolinea Luchesa, «e si sono resi subito disponibili a cambiare i loro programmi, che prevedevano proprio lì il deposito di mezzi e materiali necessari per costruire la terza corsia da Canale a Vanzelle in direzione sud». Aggiunge Agrezzi: «Siamo grati all’autostrada per l’attenzione che ha dimostrato». Sono qualche migliaio le piantine di orchidea che si preparano ora in tutta sicurezza alla fioritura nella prossima primavera. I soci del Giros Monte Baldo Verona controlleranno la situazione e valuteranno la salute del biotopo e dell’Epipactis palustris, che vanta fioriture di vari colori ed è una delle 10 specie di Epipactis presenti nel Veronese. Hanno in mente anche qualche visita guidata per far conoscere le particolarità del luogo. Partendo dalla popolazione locale. «I rivolesi prima degli altri devono essere coinvolti e diventare consapevoli delle cose uniche presenti “a casa loro”, in modo da prenderle a cuore e proteggerle», afferma Agrezzi. «Anche perché», spiega, «non ci sono solo opere stradali e cantieri a minacciare la sopravvivenza delle orchidee spontanee». «Ci sono i cinghiali», sottolinea, «che purtroppo ne vanno ghiotti e fanno disastri. Poi c’è la mancanza di manutenzione del territorio. L’assenza di pascolamento come un tempo e i cambiamenti climatici fanno il resto. Nel 2018 in Italia, e in particolare nel Veneto e a Verona», conclude, «le orchidee si sono dimezzate rispetto all’anno precedente». •

Camilla Madinelli

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