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L’orto condiviso aiuta le famiglie

I volontari che si dedicano all’orto FOTO PECORAL’ingresso dell’orto condiviso grazie al quale vengono aiutate dieci famiglie in difficoltà
I volontari che si dedicano all’orto FOTO PECORAL’ingresso dell’orto condiviso grazie al quale vengono aiutate dieci famiglie in difficoltà
I volontari che si dedicano all’orto FOTO PECORAL’ingresso dell’orto condiviso grazie al quale vengono aiutate dieci famiglie in difficoltà
I volontari che si dedicano all’orto FOTO PECORAL’ingresso dell’orto condiviso grazie al quale vengono aiutate dieci famiglie in difficoltà

L’orto condiviso di Peschiera del Garda è un piccolo Eden che grazie alle cure dei volontari che lo coltivano produce verdura per tutto l’anno, contribuendo all'alimentazione delle famiglie bisognose del territorio. Nato quattro anni fa in via sperimentale su un terreno comunale dietro le piscine di San Benedetto di Lugana, il primo obiettivo è stato aiutare un ragazzo disabile attraverso i benefici dell’orto-terapia e del contatto con la natura. Finalità cui se ne sono presto aggiunte altre: donare gli ortaggi a chi è in difficoltà, sviluppare le relazioni e il senso di appartenenza alla comunità, diffondere i princìpi dell’agricoltura biologica, aiutare persone disoccupate a sentirsi utili mettendo a disposizione del tempo. Ulteriore risultato è stato poi il recupero di un’area prima usata come discarica da qualche incivile. L’orto occupa una superficie di circa 2.800 metri quadrati ed è organizzato con un minuzia certosina. All’ingresso c’è un vigneto che lo scorso anno ha prodotto sette quintali di uva. «Appena sarà possibile ci piacerebbe organizzare la vendemmia e la pigiatura dell’uva con i ragazzi», spiega Giancarlo Panigutto, presidente dell’Associazione volontari orto condiviso (Aioc) costituita a fine 2019. Oltre la serra, donata da un benefattore per assicurare la produzione anche in inverno, un ampio spazio è suddiviso in trenta aiuole in cui viene applicata la successione delle colture. «Ho passato anni ad insegnare agli agricoltori come utilizzare i fitofarmaci, oggi metto in pratica e insegno princìpi e benefici della coltivazione biologica», racconta Panigutto, che ha una formazione di perito agrario. Banditi pesticidi e fertilizzanti chimici, questi ultimi sostituiti da letame e compost organico prodotto dai residui della produzione. Ogni giorno si lavora per assicurare il raccolto di cinque-sei cassette di verdura alla settimana, donate al Comune che attraverso i Servizi sociali ed educativi le distribuisce alle famiglie bisognose. Fondamentale l’aiuto degli altri volontari: il vicepresidente dell’associazione Alfredo Zanoni e i consiglieri Roberto Oselini (che ha ideato il progetto e lo ha avviato assieme a Panigutto), Giovanni Aldini e Luigi Bossi Tettamanti. Insieme costituiscono il consiglio direttivo di Avoc, a cui si aggiunge una rete di altri soci sostenitori. «Ogni componente del gruppo ha delle competenze per i lavori che servono nell’orto», precisano i volontari. L’area è stata strutturata non solo per assicurare la produttività delle colture (una cinquantina tra ortaggi di tutte le varietà, piante aromatiche e da frutto, fiori) ma anche per accogliere chiunque voglia passare del tempo al suo interno, per dare una mano o rilassarsi all’aperto imparando magari qualche tecnica di coltivazione. Per questo l’orto è aperto al pubblico ogni martedì e venerdì mattina. L’obiettivo è farlo diventare ancor più un’oasi di relazione e socialità, un posto in cui persone di tutte le età possano sostare interrompendo i ritmi frenetici della quotidianità oppure dare nuovo sapore alle proprie giornate. Di recente sono state realizzate una casetta di legno, pensata come spazio di ritrovo per i soci ma anche per ospitare – quando sarà possibile – piccoli gruppi a supporto delle attività didattiche all’aperto, e una passerella di legno per facilitare lo spostamento di persone in carrozzina. «Dall’inizio abbiamo pensato questo spazio come luogo d’incontro e di didattica non solo per i ragazzi delle scuole e dei centri estivi, ma anche per gli adulti che vorrebbero un orto a casa e non sanno come fare», spiega Daniela Florio, assessore a Sociale, Politiche giovanili e del lavoro, Terza età e Disabilità. «L’orto permette al Comune di aiutare dieci famiglie, numero che varia perché ogni giorno possono arrivare altre richieste». La speranza è che la parentesi legata al Covid finisca presto, permettendo all’associazione di sviluppare anche gli altri obiettivi per cui è nata, ora solo abbozzati. Per farlo, l’appello è rivolto ai cittadini di Peschiera (e non solo) affinché si avvicinino a questo mondo. Applicando i princìpi dell’orto alla vita, i volontari sono certi che seminando e coltivando con costanza i frutti arriveranno. •

Katia Ferraro

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