<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

L’incubo dei cinghiali sulle castagne

I recinti creati dagli agricoltori per evitare che i cinghiali facciano strage di castagne
I recinti creati dagli agricoltori per evitare che i cinghiali facciano strage di castagne
I recinti creati dagli agricoltori per evitare che i cinghiali facciano strage di castagne
I recinti creati dagli agricoltori per evitare che i cinghiali facciano strage di castagne

Il Covid ferma la festa delle castagne a San Zeno di Montagna. E intanto la stagione dei marroni baldensi si avvia con prospettive promettenti anche se rimane vivo l’incubo dei cinghiali, a tal punto che molti coltivatori hanno deciso di installare sotto ai castagneti delle recinzioni con i fili elettrici per allontanare gli ungulati ed evitare che mangino i frutti autunnali. Il primo «nemico» è stato p il virus, che ha fatto saltare l’evento più importante dell’anno per San Zeno. «Sarebbe stato impossibile organizzare in sicurezza una manifestazione che attira migliaia di persone», afferma il sindaco di San Zeno di Montagna Maurizio Castellani. «Ci siamo incontrati con i produttori, abbiamo ragionato ma non c’era alternativa. In eventi del genere l’assembramento sarebbe stato inevitabile. Questa festa è l’evento più sentito dal territorio». Dal prossimo fine settimana, però, a partire dalla mattina di sabato 10 e fino a Ognissanti, saranno comunque presenti delle bancarelle dove poter acquistare il prodotto, ma solo crudo. Per tutte le altre attività, enogastronomiche e non, bisognerà attendere l’edizione nel 2021. Nel frattempo, la campagna del marrone di San Zeno è iniziata sotto buoni auspici per qualità e volumi. L’unica grande preoccupazione, al momento, sono, ancora una volta, i cinghiali. Gli animali selvatici da anni causano ingenti perdite di prodotto, andando a devastare i terreni sotto i castagneti in cerca dei frutti caduti dagli alberi. Nelle scorse stagioni più di qualche coltivatore si è visto danneggiato o mangiato dagli ungulati fino all’80 n per cento del potenziale raccolto, specialmente quelli situati sui terreni più isolati.. L’unica soluzione che sembra dare i primi risultati è l’installazione di reti con filo elettrificato attorno ai castagni. «Circa la metà dei nostri associati ha iniziato a stendere le recinzioni, o sta per farlo e tra l’altro a proprie spese, visto che l’iter per chiedere dei contributi è lungo e laborioso», afferma Simone Campagnari, presidente del Consorzio di tutela del Marrone di San Zeno Dop, ente che conta una quarantina di soci con una trentina di aziende. La prova del nove sono stati i test effettuati lo scorso anno da alcuni agricoltori. «La scorsa stagione un’azienda nostra associata ha recintato i castagneti durante il periodo di raccolta», racconta Campagnari. «Una volta terminato il lavoro, sono state tolte le reti. I cinghiali in una sola notte hanno devastato i terreni sottostanti agli stessi castagneti in cerca di ciò che rimaneva per terra dopo la raccolta». Ma per stendere le recinzioni ci sono costi aggiuntivi e un lavoro complicato anche dai terreni quasi sempre irregolari e in forte pendenza. L’altro problema, ormai cronico e a cui non pare ci sia al momento rimedio, riguarda l’ancora alto numero di castagneti abbandonati. Per recuperarli servirebbe la passione di qualche giovane volenteroso, ma anche un investimento non indifferente. Pericolo cinghiali e castagni «dimenticati» a parte, la stagione si prospetta positiva. «Le piante sono in salute, la qualità del prodotto è più che buona anche grazie ad un clima favorevole, i volumi in linea con gli altri anni», osserva il presidente del consorzio. La raccolta è iniziata in questi giorni nella zone più basse. Proseguirà poi in quelle ad altitudini più elevate. La produzione del prodotto Dop, arriva a 250 quintali, di cui 200 biologici. I volumi arrivano ad un migliaio di quintali su tutto il Baldo veronese. La disponibilità di castagne ci sarà fino a fine ottobre, primi di novembre, ma c’è chi spera di arrivare a San Martino (11 novembre). «Le vendite saranno soprattutto in provincia», conclude Campagnari.. •

Emanuele Zanini

Suggerimenti