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L'omicidio della maestra

L'ex era già stato
denunciato
per danneggiamento

Il luogo dell'omicidio (Diennefoto)
Il luogo dell'omicidio (Diennefoto)
Il luogo dell'omicidio (Diennefoto)
Il luogo dell'omicidio (Diennefoto)

Non era la prima volta che Jean Luca Falchetto tornava a casa di Alessandra Maffezzoli dopo l’interruzione del loro rapporto. Si stanno ricostruendo gli ultimi mesi della vita di coppia dei due. E così emerge che una delle volte in cui Falchetto s’era presentato, non essendo stato fatto entrare aveva divelto lo specchietto dell’auto della donna posteggiata nei pressi di casa. Atto che gli era costato una denuncia per danneggiamento. Nonostante questo però l’insegnante elementare quarantaseienne che abitava in una villetta a schiera in via maggiore Negri a Pastrengo, aveva continuato a sentire il suo ex e a farlo entrare in casa. I carabinieri del Nucleo investivo di Verona e i colleghi della compagnia di Peschiera stanno aspettando di vedere i tabulati telefonici della vittima e del suo assassino, per capire se anche la sera dell’omicidio, piuttosto che nei giorni precedenti vi fossero stati messaggi oppure chiamate e per queste ultime con quali frequenza. Per i messaggi, di quale tenore. Il 9 maggio inoltre Falchetto aveva ricevuto la lettera degli avvocati di Alessandra che gli chiedevano di non contattarla nè telefonicamente nè fisicamente. Nonostante avessero suggerito alla donna di sporgere denuncia per stalking, lei non aveva voluto concretizzarla. Mercoledì sera Maffezzoli ha fatto entrare ancora una volta Falchetto in casa. E lei (o lui) una volta dentro ha dato una mandata alla porta blindata. Resta da capire che cosa sia accaduto dopo. Nei prossimi giorni i carabinieri torneranno nella villetta di Pastrengo per un sopralluogo. E sarà dolorosamente necessario che ad accompagnare i militari nel sopralluogo vi sia qualcuno che conosceva bene ogni angolo di quell’abitazione. L’appartamento, diviso su due piani, nel primo cucina, soggiorno e stanze da letto e il secondo una mansarda cui si accede attraverso la casa è stato trovato particolarmente in disordine. Non un disordine da colluttazione, con mobili rovesciati. Ma un disordine fatto di cose lasciate in giro di alimenti deperibili fuori dal frigorifero, come se la padrona di casa non riuscisse a gestire più la sua quotidianità, forse stressata dal suo ex e dai problemi economici. a sera dell’omicidio Maffezzoli ha gridato. Ma non come la sentivano di solito i vicini, quando sgridava i figli. Ha gridato chiedendo aiuto. Così disperata che a un certo punto, uno dei residenti nella sua parte di villetta a schiera bifamiliare è andato a battere sulla sua porta dall’esterno, per chiedere se avesse bisogno di aiuto. E non ottenendo risposta ha allertato i carabinieri. Per questo Falchetto dopo l’omicidio, come dirà lui stesso in prima battuta ai carabinieri è poi scappato uscendo da una finestra sul retro e calandosi da una grondaia. Sapeva che fuori c’era il vicino che avrebbe potuto fermarlo, vederlo sporco di sangue.
Da determinare c’è inoltre se Falchetto sia arrivato nella casa portandosi il coltello appresso o se quel coltello da salumi sia stato preso durante il litigio a dalla cucina della vittima. E questo è un elemento non da poco. Perchè il destino carcerario del barista di Caprino si gioca sulla possibile o no premeditazione, sull’esistenza o no di una patologia psichiatrica. Dettagli che non cambiano l’efferratezza del fatto ma che potrebbero fargli avere una pena più o meno pesante, anche se è del tutto probabile che il legale dell’uomo chieda anche il rito abbreviato per il processo. Ci sono tante cosa da chiarire anche sull’omicidio. Per quale ragione la coppia si sposta al piano mansardato? Forse la donna cerca di scappare dalla prima iniziale aggressione dopo lo scontro verbale in cui lei avrebbe dato anche uno schiaffo al suo ex provocando una reazione omicida? E per quale ragione la vittima, sapendo della «persecuzione» del suo ex ancora una volta gli apre la porta di casa, mentre è da sola, senza neanche uno dei suoi figli con lei. Saranno forse i messaggi custoditi nei telefoni cellulari (quello di Falchetto non è ancora stato trovato) a cercare di svelare qualcuno dei tanti misteri.

 

Alessandra Vaccari

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