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Costermano

L'odissea di un'impiegata: invalida al 100 per cento, è vessata dalla burocrazia

Dai solleciti per pagare il bollo auto alla privazione di diritti all'Inps
La ricevuta di un bollo auto pagato e un libretto di circolazione
La ricevuta di un bollo auto pagato e un libretto di circolazione
La ricevuta di un bollo auto pagato e un libretto di circolazione
La ricevuta di un bollo auto pagato e un libretto di circolazione

È disabile con un'invalidità certificata del 100 per cento, con cui è costretta a convivere suo malgrado da 12 anni. Ma non bastava questo fardello a renderle la vita più complicata del previsto. Ci si sono messi pure la burocrazia e lo Stato a trasformare le sue giornate in un'odissea senza fine per la quale ha dovuto chiedere aiuto anche all'Adico, l'associazione difesa consumatori.

Per venire a capo delle ripetute richieste di pagamento per bolli auto non dovuti o pure della rimozione dei benefici legati soprattutto alla legge 104, riconquistati solo grazie a una causa all'Inps. È la storia di M.C., 55 anni, impiegata di Costermano sul Garda. Dal 2011 fa i conti con una disabilità grave ma, paradosso, la sua esistenza è resa difficile più per colpa della burocrazia che del suo stato di (non) salute. Tanto che ha dovuto richiedere l'assistenza degli esperti Adico. «La socia è molto caparbia», commenta il presidente dell'associazione, Carlo Garfolini. «Non dev'essere facile restare imprigionati nei meandri della burocrazia senza deprimersi e arrendersi».

 

Un'odissea iniziata nel 2012

Anzitutto, l'impiegata disabile di Costermano è alle prese con la contestazione dell'avviso di accertamento con cui la Regione le intima il pagamento di 553,61 euro (somma comprensiva di capitale, interessi, sanzioni e spese di notifica) per un bollo auto risalente al 2018. Quando, in pratica, già godeva dell'esenzione derivante dalla sua condizione di invalidità. Ed è solo l'avviso più recente recapitatole, fa sapere l'associazione a difesa dei consumatori.

«È dal 2012 che, periodicamente, ricevo via lettere intimazioni di pagamento da parte della Regione», ha raccontato lei stessa. Le richieste le ha sempre rispedite al mittente, con tanto di compilazione del modulo di esenzione. Ma non è bastato. Come spiega Adico in una nota, infatti, nel caso della signora veronese non si tratta più di una comunicazione semplice, ma di un avviso di accertamento che ha bisogno di una più articolata domanda di annullamento in autotutela. Ed è così che infatti l'associazione si è mossa, inviando tale documento in Regione. E ora è in attesa di risposte in merito.

 

L'altra battaglia contro l'Inps

E poi c'è l'Inps, l'Istituto nazionale di previdenza socialecon cui M.C. sta combattendo un'altra battaglia. Due anni e mezzo fa, nel giugno 2020, l'ente previdenziale le aveva tolto l'aggravamento e i relativi benefici tra cui ad esempio l'esenzione dal pagamento del bollo auto. Ma lei non si è arresa. Ha approntato una causa legale e alla fine si è vista riconoscere la propria condizione di invalida al 100 per cento. Una vittoria a cui avrebbe senza dubbio rinunciato, se ci fosse stato realmente un miglioramento della sua salute.

«Il nostro compito, adesso, è ottenere l'immediato annullamento del bollo 2018 perché l'impiegata aveva e ha tuttora diritto all'esenzione», conclude Garfolini. «Visto il perdurare del suo stato di invalidità, più che dimostrato, è giusto che le vengano riconosciuti diritti e benefici derivanti. Senza questo continuo pressing che ha il sapore dell'accanimento».

Camilla Madinelli

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