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In ricordo dell’ostetrica dei «poareti»

Elena Fraccaroli con la nipota Ilaria che oggi ha 31 anni
Elena Fraccaroli con la nipota Ilaria che oggi ha 31 anni
Elena Fraccaroli con la nipota Ilaria che oggi ha 31 anni
Elena Fraccaroli con la nipota Ilaria che oggi ha 31 anni

Sarà consegnata a Benedetta Miotto, studentessa di Ostetricia nella facoltà di medicina e chirurgia della Università di Verona, residente a Castelnuovo del Garda, la borsa di studio di 500 euro in memoria dell’ostetrica Elena Fraccaroli, morta a 92 anni. La cerimonia si svolgerà domani alle 10 all’Asl 9 Scaligera, in via del Capitel, al seminario proposto dal Collegio delle ostetriche di Verona presieduto da Rosalba Dall’Olio. È il quarto appuntamento che il Collegio delle ostetriche proprio per dare lustro a questa iniziativa di sostegno ad una studentessa meritevole che si appresta a diventare ostetrica e quindi sostegno alle nuove mamme. «La proposta della famiglia della compianta collega Fraccaroli è stata subito ben accolta dal Collegio», spiega la presidente Rosalba dall’Olio, «perchè va ad incoraggiare e sostenere una giovane studentessa del corso di Ostetricia, oggi più che mai bisognoso di un vero riconoscimento per la delicata e specifica professione. Elena Fraccaroli si era diplomata all’Università di Padova nel lontano 1937, in pieno regime fascista. Ha esercitato poi a San Lorenzo di Sebato - continua Dall’Olio - in zona altoatesina, e successivamente nell’area di Rizza, Dosdegà, Le Chè, Caluri e Villafranca, fino ad essere titolare definitiva di condotta comunale , nel 1946 a Lazise fino alla pensione». «Mia madre ha sempre avuto per la sua professione una sorta di religioso rispetto ed impegno» spiega la figlia Emilia Perantoni, «operando senza riposo di giorno e di notte. Un’autentica missione protesa unicamente a far nascere nuove vite, tant’è vero che il Collegio le aveva donato una medaglia d’Oro di Vita per la Vita. Un riconoscimento a lei davvero tanto caro ancora di più della onorificenza di Cavaliere della Repubblica conferitole dal Presidente della Repubblica». «Quanti ricordi che mi ha lasciato mia nonna» soggiunge commossa la nipote Ilaria, «una vita spesa per fra nascere nuove creature. Anche tre parti in una notte, nelle campagne del villafranchese, raggiunte, nel periodo della guerra mondiale, in bicicletta per non dare nell’occhio a Pippo, il bombardiere americano che ad ogni piccola lucetta sganciava bombe. Talvolta doveva pulirsi lo «Stagnà», la pentola in rame in uso per la cottura della polenta, per poter bollire l’acqua e sterilizzare i ferri del mestiere. Ha visto tanta povertà» continua la nipote, «ma ha sempre avuto un’attenzione particolare alle mamme ed ai neonati. In particolare ai meno abbienti, ai poveri, sovente aiutati, per quel che poteva, direttamente, anche di tasca propria. Non a caso era chiamata l’ostetrica dei poareti». Elena proveniva da una famiglia di Peschiera del Garda, dignitosa e proprietaria di una vigna in Lugana. Con lei infatti studiava anche la sorella Maria, successivamente trasferitasi a Parma, dopo il matrimonio, dove ha esercitato per alcuni anni la libera professione. "Mi diceva sempre mia madre - continua Emilia Perantoni - che sovente assisteva di notte delle anziane in zona Santo Stefano, oppure si recava a domicilio per effettuare delle iniezioni a dei malati per poter recuperare qualche soldino per mantenersi agli studi. Una vita dura, ma un carattere forte e deciso. Ancora adesso alcune signore che sono state seguite da lei nel corso della gravidanza e del parto mi vengono a salutare e la ricordano con gratitudine e nostalgia. Ecco perchè abbiamo istituito la borsa di studio in sua memoria». •

S.B.

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