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In pensione una «colonna» di Villa Dora

Nadia Cottini, coordinatrice del Cd Villa Dora
Nadia Cottini, coordinatrice del Cd Villa Dora
Nadia Cottini, coordinatrice del Cd Villa Dora
Nadia Cottini, coordinatrice del Cd Villa Dora

Una colonna portante. Dopo 21 anni di servizio, è andata in pensione Nadia Cottini, coordinatrice del Centro diurno (Cd) Villa Dora di Garda che fa parte dell'associazione Casa del Sole onlus di San Silvestro di Curtatone, Mantova. Il Cd di Garda, che accoglie 25 persone con disabilità multiple gravi e gravissime, è ora coordinato dal dottor Andrea Vighini che, già dal 2010, vi operava come pedagogista. Nessuno voleva smettere di salutare Nadia: per lei è stata organizzata (prima delle restrizioni per il coronavirus) una festa ufficiale alla vicina Villa Dora Casa per Ferie. C'era il presidente della Casa del Sole di Mantova, dottor Enrico Marocchi, e hanno partecipato gli ospiti del Cd, i familiari e i volontari che collaborano con la struttura. Già prima i colleghi e i ragazzi le avevano fatto una festa a sorpresa alla Trattoria La Val di Garda. Il gestore aveva persino fatto arrivare un cantante-chitarrista che ha eseguito, per lei, ogni pezzo desiderato. «Ho iniziato il mio lavoro alla Casa del Sole nel 1998 con l'apertura del Centro riabilitativo per minori disabili gravissimi, Il Sorriso», spiega Cottini, «che ha accolto fino a 9 bambini con esiti da cerebrolesione. Dal 2000 ho accettato di coordinare il Centro per gli adulti al piano sottostante, il Cd Villa Dora». Qui è rimasta fino al pensionamento, ufficializzato l’1 dicembre 2019. «È stata per me un'esperienza desiderata, intrapresa acquisendo, nel 1996, il diploma universitario di educatrice professionale dopo aver lavorato per 16 anni come segretaria di direzione in un cementificio veronese». Ha amato molto questo lavoro che ha sempre fatto con grande entusiasmo: «Anche perché ho sempre condiviso la mission della Casa del Sole, definita dalla fondatrice Vittorina Gementi, un’opera di promozione umana e giustizia sociale. Credo che ognuno, al proprio livello, abbia il diritto di vivere una vita piena e interessante. E credo», aggiunge, «che la gioia e l'entusiasmo dei ragazzi nel frequentare il Centro sia stata una conferma che l'obiettivo è stato raggiunto. Il mio rapporto con loro, del resto, è sempre stato bello e naturale. La speranza è mantenere i rapporti costruiti che la pensione non interromperà. Di loro serbo meravigliosi regali, creazioni che mi hanno stupita anche la loro particolarità, che indica come fossero pensati da tempo». Ed esemplifica: «Uno di questi lavori è un quadretto che racchiude due grandi sassi a forma di cuore, non certo trovati a caso. Sono rimasta commossa». Il suo lavoro è stato, come dice lei, «totalizzante», anche perché impone di confrontarsi con molte problematiche sanitarie umanamente importanti. «Ma è il lavoro che ho cercato e ha dato senso alla mia vita». •

Barbara Bertasi

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