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Feriti cinque cani da caccia

Il sindaco di Brenzone: «Una taglia per ogni cinghiale abbattuto»

Davide Benedetti, il sindaco di Brenzone
Davide Benedetti, il sindaco di Brenzone
Davide Benedetti, il sindaco di Brenzone
Davide Benedetti, il sindaco di Brenzone

«Visto che la situazione dell’invasione del nostro territorio da parte dei cinghiali è letteralmente insostenibile, lancio una proposta ai cacciatori: sono disponibile, come amministrazione comunale, a mettere una taglia sulla testa di ogni capo abbattuto nel territorio di Brenzone. La proposta è seria, non è una provocazione»: così il sindaco di Brenzone, Davide Benedetti. «Chiederò un incontro alla loro associazione e mi rendo disponibile a contribuire per ogni capo abbattuto, nonchè a coprire le spese per le analisi che vengono fatte dal veterinario sulle carcasse degli animali quando vengono portate nella cella messa a disposizione dal comune a Magugnano».

 

Nei giorni scorsi il presidente del Comprensorio alpino di caccia di Brenzone, Luigi Giramonti, aveva lanciato l’ennesimo allarme. «Quello che sto dicendo», aveva specificato Giramonti, «è condiviso anche da Edoardo Prandini, che guida il Comprensorio di caccia di Malcesine, dove la situazione è analoga alla nostra. A Brenzone è emergenza per la presenza dei cinghiali. Nella prossima stagione turistica potremmo rischiare di vedere gli ungulati sulle nostre spiagge a prendere il sole, o a fare il bagno nel lago accanto ai turisti». E ancora: «È da almeno tre anni che la situazione è a dire poco allarmante: le bestie sono in numero elevatissimo e, a Brenzone, sono arrivate nelle frazioni collinari... praticamente su tutta la collina bassa, cioè a neanche 100 metri di distanza dal nuovo Centro di raccolta, la notte passano i cinghiali e devastano ogni campo, coltura, recinzione che trovano».

 

Nelle ultime quattro settimane a Brenzone sono stati feriti anche cinque cani da caccia e sono molti i cittadini che si lamentano perché si sono ritrovati il giardino di casa o l’oliveto letteralmente sottosopra per il passaggio di questi suidi. Idem a Malcesine dove, qualche giorno fa, anche un bed and breakfast aveva subito danni al parco nel quale vengono ospitati i turisti. La paura a Brenzone è palpabile e, anche se negli ultimi giorni, una delle due squadre di cacciatori ha ucciso ben nove cinghiali in una sola battuta, restano il dramma e i costi per chi deve riparare il suolo devastato dai cinghiali e quello di «chi, ormai, non si sente più sicuro neanche ad andare a fare una passeggiata a metà collina per l’alto rischio di incappare in questi animali. I quali proliferano e si riproducono circa sei volte l’anno», hanno spiegato alcuni cacciatori. Giramonti aveva anche sottoscritto una proposta inviata alla Regione Veneto per poter usare ogni mezzo per la eradicazione dei suidi ma, di quanto proposto, finora non se ne è fatto nulla.

 

«Da circa due mesi», aveva detto il numero uno delle doppiette, «ho sottoscritto pure io con altri una proposta che i cacciatori hanno fatto alla Regione. Si chiede di poter usare più di un cane alla volta e di non usare solo la "girata" come tecnica di caccia, ma anche una "mini-braccata". La "girata" è fatta da 12 cacciatori che, in cerchio, circondano e stanano i cinghiali per poi abbatterli. Ma questa tecnica non si addice al nostro territorio, dove ci sono boschi assai ampi. A noi serve poter fare una "mini-braccata" usando più cani e più gente». Risposte dalla Regione? «Finora zero», aveva chiuso Giramonti. Ora, all’appello, ha risposto il sindaco di Brenzone con una proposta che pare clamorosa e mai fatta prima. «La situazione è molto problematica e lo testimoniano le presenze di branchi di ungulati ormai attorno a tutte le frazioni, anche a ridosso del lago», dice il primo cittadino.

Gerardo Musuraca

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