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Il progetto Carcere fa capire ai giovani i pericoli della droga

Attenti, partecipi, coinvolti: circa duecento studenti del Liceo scientifico sportivo dell’Istituto Sacra Famiglia di Castelletto di Brenzone hanno vissuto una giornata di scuola alternativa dedicata all’approfondimento dei rischi sulla salute ma anche degli aspetti legislativi legati all’uso di sostanze illecite. Il progetto, voluto dalla direzione scolastica, è stato organizzato dall’associazione Progetto Carcere 663 - Acta non verba di Verona, da anni impegnata in progetti educativi rivolti agli studenti. Alla mattina si è parlato di sport e droga con due docenti e ricercatori della facoltà di Scienze motorie dell’Università di Verona, la psicologa dello sport Francesca Vitali e il professor Luciano Bertinato, mentre l’aspetto legislativo e sanzionatorio è stato spiegato dal capitano Michele Minetti, comandante della Compagnia carabinieri di Caprino, e dal comandante della stazione di Malcesine, luogotenente Marco Marchei. A far presa sui ragazzi è stata in particolare la testimonianza di Angelo, un ospite della comunità dei giovani di Albarè di Costermano, che ha raccontato la sua esperienza sull’uso e abuso di sostanze e il percorso che sta compiendo per riprendere in mano le redini della sua vita. L’esperienza educativa è proseguita nel pomeriggio affrontando il tema guida e alcool con il comandante della Polizia stradale di Verona Girolamo Lacquaniti e il dottor Maurizio Donati del Servizio alcologia e dipendenze dell’Ulss9. «La grande attenzione degli studenti è testimoniata dalle numerose domande», sottolinea Maurizio Ruzzenenti, presidente di Progetto carcere 663. «Grazie alla direzione scolastica ma anche alla Fondazione Just Italia e alla Fondazione Zanotto per il sostegno. Così queste opportunità formative sono a costo zero per le scuole». •

K.F.

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