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Canonizzazione

Il Papa proclama «Santa» Maria Domenica Mantovani. E in piazza San Pietro sale un’ovazione

Una parte della delegazione partita da Brenzone per la cerimonia di canonizzazione
Una parte della delegazione partita da Brenzone per la cerimonia di canonizzazione
La proclamazione di madre Maria Domenica Mantovani

Una nuova santa veronese è salita all'onore degli altari: la religiosa Maria Domenica Mantovani, nata e vissuta a Castelletto di Brenzone a cavallo tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento. Una vera e propria ovazione si è levata dalle migliaia di pellegrini presenti ieri mattina in piazza San Pietro a Roma, nel momento in cui Papa Francesco ha pronunciato la formula di canonizzazione della co-fondatrice – insieme al beato Giuseppe Nascimbeni – e prima superiora generale dell'Istituto delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, acclamata da subito come «la madre» per essere stata l'anima di questa comunità di suore dedite all'educazione dei bambini, all'istruzione delle mamme, alla cura degli ammalati e all'assistenza ai poveri, sempre vicina ai bisogni della gente e testimone, con la sua intera esistenza, dei valori della solidarietà e dell'accoglienza.

«La canonizzazione di madre Maria è una splendida notizia per Verona», afferma il sindaco di Brenzone, Davide Benedetti. «Il vivere quotidiano con passione e impegno per ciò che si fa è condivisibile anche dal punto di vista civile e civico. E con i venti di guerra che soffiano in Europa e i tanti conflitti sociali causati dal Covid, la speranza è che l'esempio di questa nuova santa veronese sia un traino, per le nostre comunità, per vivere coese». Benedetti ha riunito sotto il gonfalone comunale e guidato in Vaticano una delegazione di quasi 500 fedeli veronesi. Sono partiti cinque pullman, due dei quali hanno trasportato a Roma un gruppo di alunni dell'istituto paritario Sacra Famiglia con le loro famiglie, «scortati» dal comandante della Polizia locale di Brenzone, Domenico Laporta, e dalla superiora delle Piccole Suore, suor Simona Pigozzi.

Si sono aggiunti poi, in piazza San Pietro, altrettanti fedeli provenienti da diverse comunità del nord Italia animate dall'Istituto religioso. L'intercessione di suor Maria Domenica Mantovani ha ottenuto la guarigione della neonata Lara Pascal, nel 1999, e nel 2011 della dodicenne Maria Candela Calabrese Salgado, entrambe ricoverate nell'ospedale italiano di Bahia Blanca, in Argentina. Anche loro hanno assistito di persona alla cerimonia sul sagrato della Basilica. La scienza ha dichiarato inspiegabili le loro guarigioni, perciò il riconoscimento dell'intervento divino ha affrettato il processo di beatificazione e canonizzazione della loro protettrice.

Per i pellegrini veronesi sono state giornate intense. Sabato sera si è tenuta una veglia di preghiera nella chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie al Trionfale (la «casa romana» delle Piccole Suore della Sacra Famiglia), seguita da una lettura teatrale della figura di madre Maria, curata dalla compagnia GardArt che la riproporrà anche sabato prossimo a Castelletto. Ieri mattina, di buon'ora, l'arrivo in una piazza San Pietro bagnata dal sole estivo per la solenne celebrazione («Ho avuto l'onore di assistervi in prima fila», racconta Benedetti, «accanto al sindaco di Bergamo Giorgio Gori, presente per la canonizzazione di don Luigi Maria Palazzolo, e non lontano dal presidente della Repubblica Mattarella») e infine questa mattina, sempre a Santa Maria delle Grazie al Trionfale, la messa di ringraziamento che ha sancito la conclusione del pellegrinaggio e il rientro a Brenzone.

Una funzione di ringraziamento sarà celebrata anche domenica 19 giugno nella chiesa Cattedrale di Verona. «È difficile esprimere con le parole le emozioni che abbiamo vissuto in questi giorni», commenta suor Simona Pigozzi. «La nostra madre Maria non ha fatto nulla di straordinario agli occhi umani e ciò sottolinea quanto la nostra grandezza si giochi tutta nella vita ordinaria». Lo stesso papa Francesco, nella sua omelia, ha sottolineato come la società abbia fatto della santità «una meta impervia. L'abbiamo separata dalla vita di tutti i giorni», ha detto, «invece che cercarla e abbracciarla nei travagli della vita concreta». «Madre Maria», prosegue suor Simona, «viveva con passione e con il massimo dell'impegno tutto ciò che accadeva nell'arco della giornata, fosse anche solo seguire le sue suore in cucina. La sua santità è una grande responsabilità per il nostro Istituto». Il rito è stato eccezionale anche per il numero di nuovi santi, dieci in tutto, e per aver segnato il ritorno a una consuetudine interrotta della lunga parentesi del Covid, che per due anni e mezzo ha ostacolato gli assembramenti e gli spostamenti internazionali.

Laura Perina

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