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Il lago promosso ma è sempre più caldo

Lago di Garda in un periodo di acque basse
Lago di Garda in un periodo di acque basse
Lago di Garda in un periodo di acque basse
Lago di Garda in un periodo di acque basse

Il lago Garda ha uno «stato ecologico sufficiente» mentre, dal punto di vista «chimico», può essere classificato «buono». A dirlo sono i dati del triennio 2014-2016 esaminati dall’Appa, l’Azienda Provinciale per la Protezione Ambientale del Trentino, l’equivalente dell’Arpav per il Veneto. I dati sono venuti alla luce perché il vicepresidente della giunta del Trentino, Mario Tonina, ha risposto il primo di agosto ad una interrogazione, di due consiglieri Paolo Ghezzi e Lucia Coppola, rivolta alla giunta di Maurizio Fugatti sulla qualità delle acque del Garda e sull’impegno a tutela del più grande lago italiano. Si è così scoperto che la temperatura delle acque, negli ultimi anni, «ha subito delle variazioni. Nella parte superficiale, a 5 metri di profondità», ha scritto Tonina, «come tendenza si è passati da 13 gradi a 14,6 gradi, con un aumento di 1,6 gradi centigradi. Nella zona profonda, a 250 metri, si è passati da 7.8 a 8.4 gradi centigradi, con un aumento di 0.6 gradi». Ma non è tutto. «Dal 1990 al 2016 sono state eseguite indagini mensili, nel punto di confine tra le tre province, Trento, Verona, Brescia, dove il lago ha una profondità di 280 metri circa. Dal 2017 è stato realizzato un programma di monitoraggio unificato del lago di Garda con l’accordo del 23 dicembre 2015. Si è arrivati così alla classificazione congiunta dello stato ecologico e chimico del lago». Il Garda è stato suddiviso quindi in due distinti corpi idrici: occidentale e sudorientale, il primo rappresentato dal bacino più profondo che si estende in direzione nord-sud e che comprende la porzione trentina, l’altro invece dal bacino orientale, delimitato dalla dorsale subacquea che congiunge punta San Vigilio con la penisola di Sirmione. Per comprendere la salute delle acque del lago di Garda è stato osservato il suo stato di ossigenazione: «La concentrazione dell’ossigeno disciolto in prossimità del fondo, secondo gli ultimi rilievi, era di 9,7 milligrammi per litro, che equivale ad una percentuale di saturazione dell’83 per cento. Nel corso degli anni di monitoraggio, nel momento di maggior rimescolamento e quindi riossigenazione degli strati profondi delle acque del lago, i valori minimi si sono registrati negli inverni 2016 e 2017 (5.5 mg/per litro il 5 dicembre 2016, pari al 47 per cento di saturazione). Durante l’inverno 2018 si è verificato un particolare episodio di rimescolamento parziale delle acque, che ha provocato un aumento del contenuto di ossigeno negli strati profondi». «Quanto detto», ha scritto il vicepresidente del Trentino, «conferma la possibile presenza di processi di rimescolamento alternativi, o accessori, al modello classico, innescati dai recenti cambiamenti climatici, e rassicura circa il buon contenuto di ossigeno negli strati profondi del lago». Il contenuto medio di fosforo, invece, cala: «In primavera, periodo di massimo rimescolamento, mostra la tendenza a diminuire. Con alcune differenze: a 350 metri, punto di massima profondità in territorio veneto, nei pressi di Brenzone, la concentrazione è maggiore rispetto a 280 metri, punto di massima profondità in territorio trentino». «I valori della trasparenza delle acque del lago non hanno mostrato, invece, negli anni modificazioni significative e rimangono stabili, attorno al valore medio annuo di 10 metri, calcolato sui 12 campionamenti che si effettuano». Infine, «la concentrazione dei metalli pesanti non supera mai gli standard di qualità ambientale, come sono previsti dalla legge in materia». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gerardo Musuraca

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