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Il Covid non ferma i donatori Bilancio positivo per l’Avis

Una donatrice di sangue
Una donatrice di sangue
Una donatrice di sangue
Una donatrice di sangue

Bilancio positivo nonostante il Covid per l’Avis di Malcesine e Brenzone, guidata dal presidente, Matteo Seppi. Pochi giorni fa, nell’alto lago scaligero è stato fatto il punto della situazione da parte del direttivo dei donatori di sangue che, dopo quello di Verona, risulta essere il più antico sodalizio dell’intera provincia scaligera. «Nonostante la pandemia che ha colpito duramente anche il mondo dei donatori di sangue con un calo generalizzato di sacche a disposizione», ha spiegato Seppi, «nell’alto Garda siamo riusciti non solo a non andare in negativo con il bilancio del sangue donato ma, a differenza dell’intera regione Veneto e dell’Italia intera, siamo riusciti a incrementare il numero delle donazioni». «Se in Veneto», ha proseguito, «si è calati infatti dalle 253.785 donazioni del 2019 alle 238.016 del 2020 e, a livello nazionale, la diminuzione è stato del 5 per cento, noi invece abbiamo potuto registrare un significativo aumento, passando dalle 124 donazioni del 2019 alle 152 del 2020». Il risultato di 28 donazioni in più «è solo apparentemente poca cosa, secondo il presidente, «ed è stato possibile perché l’ospedale di Malcesine è stato considerato sicuro e Covid-free da parte dei nostri donatori. I quali hanno contribuito in maniera fondamentale ad incrementare il patrimonio ematico della provincia scaligera». «Questo obiettivo, per certi versi inatteso e anche oltre le aspettative», ha proseguito il presidente, «va sicuramente ricondotto anche alle due giornate aggiuntive di apertura del centro di raccolta sangue nell’ospedale di Val di Sogno, oltre alla buona volontà dei donatori». «All’ospedale di Malcesine si è infatti passati da quattro a sei giorni all’anno di donazioni, in pratica a mesi alterni», ha fatto notare. La richiesta era stata portata avanti in modo sinergico sia dalle precedenti amministrazioni comunali dell’alto lago, e cioè Brenzone capofila con l’allora sindaco e membro del direttivo Avis Tommaso Bertoncelli, assieme a Stefano Nicotra di Torri e al collega Claudio Bertuzzi, allora vicesindaco di Malcesine, che dai loro successori, ovvero Davide Benedetti sindaco di Brenzone, il vice di Malcesine, Livio Concini e il confermato sindaco di Torri. Tutti avevano scritto e poi dialogato con il direttore generale della Ulss 9, dottor Pietro Nicola Girardi, che, dopo avere recepito le richieste, aveva risposto positivamente agli amministratori e aveva inviato pure una missiva all’Avis per «ringraziare del preziosissimo apporto di donazioni di sangue e per l’impegno rinnovato nonostante il Covid». «Lo sforzo dei nostri volontari, delle amministrazioni locali e anche del direttore dell’Ulss 9 nel reperire medici trasfusionisti è stato ben ricompensato», ha proseguito Seppi, «visti questi risultati». Ma non è ancora tutto. «A completare il bilancio positivo», ha continuato il numero uno dei donatori dell’alto lago, «vanno annoverati e citati anche i nuovi donatori che, sommati ai così detti “vecchi” che hanno ripreso a donare dopo qualche anno di pausa, hanno aumentato di ben tredici unità l’organico dell’associazione, rispetto ai sei in più del 2019». «L’unica brutta notizia», ha sottolineato, «è che la tradizionale festa sociale prevista per l’ultima domenica di febbraio è rinviata a data da destinarsi, probabilmente in autunno. Sperando che, per allora, la campagna vaccinale e la lotta alla pandemia consentano di farla in tutta sicurezza», ha chiuso Seppi. •

G.M.

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