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Il Comune rilancia il paese «Diventerà un polo culturale»

Il forte di Rivoli,   simbolo di un paese che intende rilanciarsi non solo dal punto di vista sportivo ma anche culturaleL’inaugurazione dell’ex Polveriera
Il forte di Rivoli, simbolo di un paese che intende rilanciarsi non solo dal punto di vista sportivo ma anche culturaleL’inaugurazione dell’ex Polveriera
Il forte di Rivoli,   simbolo di un paese che intende rilanciarsi non solo dal punto di vista sportivo ma anche culturaleL’inaugurazione dell’ex Polveriera
Il forte di Rivoli, simbolo di un paese che intende rilanciarsi non solo dal punto di vista sportivo ma anche culturaleL’inaugurazione dell’ex Polveriera

Fare di Rivoli il polo culturale dell’entroterra gardesano e farlo in prospettiva europea, stringendo alleanze anche con quei popoli che in passato hanno avuto a che fare con il paese. È questo l’ambizioso programma dell’amministrazione comunale rivolese, seguito e curato in prima persona dal vice sindaco Stefano Pachera, già presidente a Verona dell’Accademia di Belle Arti. «Abbiamo iniziato molti mesi fa a ragionare su spazi pubblici a disposizione, luoghi da valorizzare, contenuti e idee», afferma Pachera. «Il nostro progetto è sicuramente ambizioso, ma crediamo nelle potenzialità e possibilità di Rivoli». Il Comune di Rivoli come intende arrivare all’obiettivo? Recuperando spazi pubblici, come Forte e caserma Massena che attendono da parecchio tempo di essere riqualificati, a fini artistici, musicali e di accoglienza turistica attenta anche alla dimensione sociale. Puntando sul nuovo concetto di museo diffuso e su esposizioni artistiche legate al vento tramite il recupero di parti boscate, del rapporto con il fiume, degli scavi archeologici sulla Rocca. Coinvolgendo in particolare i turisti, ma anche veronesi e residenti, per esperienze alla portata di tutti. Senza dimenticare di rafforzare la vocazione sportiva già in auge a Rivoli da qualche anno ormai, con la bicicletta e l’arrampicata in testa. «Sul fronte sportivo turistico il progetto del ponte ciclopedonale sull’Adige, di cui è capofila il Comune di Dolcè, sta andando avanti», continua Pachera. «Inoltre, stiamo pensando a una via ferrata nella gola della Chiusa». Le idee in campo, dunque, sono parecchie. «Non sarà facile trasformarle in realtà, ma ci proviamo», sottolinea Pachera. «Quel che è certo è che vogliamo farci trovare preparati non appena recupereremo le risorse economiche». Il Comune di Rivoli punta a ottenere le risorse della Comunità europea, ma il vice sindaco non esclude di attingere ai fondi per la cultura del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). «Serviranno investimenti considerevoli», continua il vice sindaco. «Ma noi siamo allo start, pronti». Il percorso avviato dall’amministrazione prevede una serie di tappe, in collaborazione con Azienda gardesana servizi, enti territoriali, associazioni locali, con la «regia» di Daniela Rosi, curatrice e allestitrice di mostre d’arte, nonché insegnante all’Accademia Belle Arti di Verona. La prima si svolgerà domani: dalle 9 alle 13, alla Polveriera, si terrà il convegno «Da Rivoli all’Europa, andata e ritorno. Terra, aria, acqua e fuoco tra storia, scienza e arte». Accesso libero, nel rispetto delle norme anti Covid. Tredici relatori, tra i quali studiosi illustri come il fisico dell’atmosfera e meteorologo Diego Zardi, descriveranno quanto Rivoli ha di unico da offrire: dal paesaggio alle ricerche archeologiche del passato che possono diventare opportunità per il futuro, dal vento come fonte di energia ma anche d’ispirazione artistica alla musica degli ottoni, cui sarà dedicato un concerto a fine agosto. Oltre a Zardi, docente all’università di Trento, domani mattina saranno a Rivoli tra gli altri la giornalista dei media vaticani pluripremiata Fausta Speranza, il direttore dei Musei statali del Tirolo Peter Assmann, la professoressa di storia dell’arte ungherese naturalizzata francese Judit Faludy. «Siamo all’inizio di un lungo cammino», conclude Pachera, «ma se il progetto andrà in porto segnerà il futuro di Rivoli e dell’intero comprensorio».•.

Camilla Madinelli

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