<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Il Comune blocca le antenne del 5G

Un ripetitore pronto per la tecnologia 5G
Un ripetitore pronto per la tecnologia 5G
Un ripetitore pronto per la tecnologia 5G
Un ripetitore pronto per la tecnologia 5G

Il Comune di Affi, con delibera di Giunta, ha disposto il divieto di installare e attivare sul territorio comunale impianti con tecnologie 5G e sue varianti, quali 4G+, 4GPlus, 4G Evoluto. Il divieto resterà in vigore fino alla emanazione della nuova classificazione della cancerogenesi delle nuove tecnologia, annunciata dall’International Agency for Research on Cancer. Quindi, ora, Affi applica il principio di precauzione sancito dall’Unione Europea, prendendo a riferimento i dati scientifici più aggiornati, indipendenti da legami con l’industria, e già disponibili, sugli effetti delle radiofrequenze, estremamente pericolose per la salute dell’uomo. La delibera è stata inviata al Presidente della Repubblica, Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni, al presidente del Consiglio dei ministri, ai ministri della Salute, Sviluppo Economico, Infrastrutture e dei trasporti, Ambiente, alla Regione e all’Ulss 9. Nell’atto approvato dal sindaco Roberto Bonometti e dagli assessori Francesco Orlandi e Gianmarco Sacchiero è riportato, tra l’altro, che il cosiddetto principio di precauzione è stato adottato dall’Unione Europea nel 2005 e sostiene che «quando le attività umane possono portare a un danno moralmente inaccettabile, che è scientificamente plausibile ma incerto, si dovranno intraprendere azioni per evitare o diminuire tale danno; inoltre, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, circa il 3 per cento della popolazione è affetta da problemi di elettrosensibilità; per l’Istituto di medicina sociale e preventiva dell’Università di Berna, gli elettrosensibili arrivano al 5 per cento degli elvetici e in Svezia al 10 per cento. In delibera è stato citato anche il documento del 2019 del Comitato scientifico sui rischi sanitari ambientali ed emergenti (Scheer) della Commissione europea, che ha indicato come il «5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche», evidenziando un chiaro segnale agli Stati membri, soprattutto all’Italia, sui pericoli sociosanitari derivabili dall’attivazione ubiquitaria del 5G (che rileva gravissime criticità, in parte sconosciute sui problemi di salute e sicurezza dati) confermando l’urgente necessità di un intervento normativo nei riguardi della sua diffusione. Inoltre, vi è scritto che, in seguito al riscontro di «effetti nocivi sulla salute umana», il 15 gennaio 2019 il Tar del Lazio ha condannato i ministeri di Salute, Ambiente e Pubblica Istruzione a promuovere un’adeguata campagna informativa «sulle corrette modalità d’uso degli apparecchi di telefonia mobile», mentre una serie di sentenze emesse nell’ultimo decennio dalla magistratura internazionale e italiana attestano il danno da elettrosmog, l’elettrosensibilità e il nesso causale telefonino-cancro, anche oltre ogni ragionevole dubbio (Cassazione 2012), tanto che note compagnie internazionali di assicurazione come Swiss Re e Lloyd’s non ne coprono più il danno. Il 5G, o sue varianti, quali 4G+, 4GPlus, 4G Evoluto è una tecnologia potenzialmente pericolosa perché si basa su microonde a frequenze più elevate delle precedenti versioni, dette «onde millimetriche». Ciò implica maggiore energia trasferita attraverso le radiofrequenze che vengono assorbite dai tessuti umani ma una minore penetrazione nelle strutture solide. Per questo servono più ripetitori, a parità di potenza, per garantire il servizio all’interno degli edifici. Negli Usa è stato stimato che serva un ripetitore 5G ogni 12 edifici. Gli studi sugli effetti biologici di tali radiazioni sono appena agli inizi e indicazioni preliminari, sperimentate in Russia per le terapie del dolore, mostrano effetti sulle terminazioni nervose periferiche che provocano stanchezza, sonnolenza e parestesia. Sindaco e assessori hanno rilevato anche che malgrado la sperimentazione del 5G sia già stata avviata, non esistono studi che dovrebbero doverosamente fornire una valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema derivabile da una massiccia, multipla e cumulativa installazione di milioni di antenne che, inevitabilmente, si sommerebbero a quelle esistenti. Quindi, oltre a vietare l’installazione e l’attivazione ad Affi di impianti con tecnologie 5G e sue varianti, si sono riservati di adottare ulteriori atti regolamentari. «Questa delibera è un atto cautelativo», ha detto il sindaco Bonometti, «la salute della popolazione viene prima di tutto. Mi risulta che su provvedimenti simili, le compagnie telefoniche siano ricorse al Tar. Attendiamo gli sviluppi legali ma soprattutto riscontri scientifici certi sulle conseguenze che queste tecnologie hanno sull’uomo». •

Luca Belligoli

Suggerimenti