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Il centro culturale torna ad accendere il dibattito

Il centro culturale
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Il centro culturale
Il centro culturale

Il Centro culturale «ex-Disciplina» torna al centro del dibattito politico a Brenzone. L'occasione sarà il consiglio comunale di domani alle 21 nella sala civica di Brenzone. Sarà una seduta molto impegnativa per gli amministratori di maggioranza e minoranza dell'alto lago dato che, tra i dieci punti all'ordine del giorni, figurano anche il «Bilancio di previsione 2020- 2022», il «Piano economico-finanziario della Tari, la tassa sulla gestione del servizio rifiuti», il «Documento unico di programmazione degli anni 2020, 2021 e 2022» e molto altro ancora. In più, c'è anche la mozione presentata dalla minoranza guidata da Tommaso Bertoncelli, ex-primo cittadino e oggi all'opposizione, firmata anche dai colleghi Aldo Veronesi e Giannagelo Alpino. Su questo punto il dibattito si preannuncia incandescente visto che, ai primi di dicembre, i tre di avevano presentato una mozione il cui contenuto era andato di traverso alla maggioranza guidata dal sindaco, Davide Benedetti. «Il centro culturale ex- Disciplina va riaperto subito altrimenti, oltre al danno per le associazioni del territorio, si rischia anche la beffa di dover restituire 65 mila euro circa di contributi avuti quando eravamo noi ad amministrare», aveva spiegato Tommaso Bertoncelli. Gli strali della minoranza, oltre che sulla compagine di maggioranza, erano rivolti a Vittorio Caliari reo, sempre secondo il gruppo di opposizione, di «usare due pesi e due misure per situazioni identiche tra loro quali quelle, appunto, del Centro culturale della ex-Disciplina e della scuola di Scalette, oltre che per lo stesso ufficio tecnico comunale, tutti non perfettamente a norma. Solo l’ex- Disciplina è stata però chiusa, non gli altri due immobili». In pratica i tre di minoranza lamentano la mancata riapertura del centro inaugurato il 2 febbraio e chiuso dall'attuale amministrazione il 10 giugno. Il 24 luglio Bertoncelli aveva depositato un primo documento per chiedere conto della chiusura del centro culturale. Il sindaco aveva replicato in consiglio che «il centro è stato chiuso al pubblico perché non a norma, mancando l’agibilità. La legge è chiara», aveva illustrato Benedetti, «e pertanto le conseguenze legali in caso di infortunio sarebbero in capo a coloro che autorizzano, o hanno autorizzato, l’ingresso e l’utilizzo di un immobile che non era agibile». •

G.M.

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