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Il capitello nascosto dal plateatico

I turisti al tavolo del ristorante con il via vai dei camerieri rende il capitello praticamente inaccessibile a chi passeggia in piazza Matteoti FOTO PECORAL’immagine sacra di piazza Matteoti risale al 1600
I turisti al tavolo del ristorante con il via vai dei camerieri rende il capitello praticamente inaccessibile a chi passeggia in piazza Matteoti FOTO PECORAL’immagine sacra di piazza Matteoti risale al 1600
I turisti al tavolo del ristorante con il via vai dei camerieri rende il capitello praticamente inaccessibile a chi passeggia in piazza Matteoti FOTO PECORAL’immagine sacra di piazza Matteoti risale al 1600
I turisti al tavolo del ristorante con il via vai dei camerieri rende il capitello praticamente inaccessibile a chi passeggia in piazza Matteoti FOTO PECORAL’immagine sacra di piazza Matteoti risale al 1600

Hanno raccolto più di 450 firme di bardolinesi per ridare «dignità» al Capitello della Madonna del Latte. Tra i sottoscrittori figurano anche il parroco don Flavio Miozzi e gli ex sindaci Armando Gallina e Pietro Meschi. L’iniziativa è di un comitato spontaneo di cittadini per dare una “scossa” all’immobilismo dopo il precedente appello, rimasto inevaso, della vigilia di Ferragosto. Il motivo del contendere è l’impossibilità di avvicinarsi all’immagine sacra che si trova nella centrale Piazza Matteotti, nascosta alla vista a causa dell’ampliamento del plateatico di un ristorante. Una concessione regolare perché figlia della decisione dello Stato, in seguito al Covid 19, di ampliare i plateatici per dare un aiuto alle attività economiche. Concetto ribadito, tramite lettera indirizzata al Comitato, dallo stesso sindaco Lauro Sabaini pronto a spiegare, tra l’altro, di aver sollecitato la titolare della pizzeria-ristorante a mantenere il massimo rispetto del luogo oltre al fatto che i tavolini scompariranno il 2 novembre con la chiusura invernale del locale. «Sia chiaro, con la raccolta delle firme non abbiamo nessuna intenzione di contrapporci all’Amministrazione comunale. Vogliamo essere da pungolo, forza e sostegno perché porti avanti quanto sottoscritto dai nostri concittadini. Vale a dire che si faccia direttamente carico della cura e conservazione del manufatto che risale al 1600, installi a ridosso del capitello un cartello che illustri il valore storico e artistico ma soprattutto allestisca una struttura architettonica laterale per creare un corridoio protetto e sempre libero che favorisca l’avvicinamento delle persone alla sacra immagine», spiega Teodora Campostrini. Fu lei, nel 1999, a raccogliere 277 firme per togliere i tavoli del plateatico davanti al capitello ma anche perché venisse aperto il passaggio che congiunge piazza Matteotti a via Palestro, nel tempo occupato da tavolini e chiuso al transito nel giorno di riposo dell’attività ristorativa. Tutte richieste esaudite. Adesso però, complice il Covid 19, il passo indietro. «C’è una forma d’identità da salvaguardare e occorre una scelta definitiva a tutela del manufatto. Non è possibile vedere sulla cancellata artistica di ferro risalente appoggiate borse o ombrelli. È una cosa indegna e cozza con la sensibilità non solo religiosa di una Comunità. Chiediamo che venga presa una soluzione definitiva verso un monumento caro a noi bardolinesi. Con la scusa del Covid si è creato un precedente che per noi è inaccettabile. Non doveva accadere», conclude Campostrini. La storia dell’immagine della «Madonna del latte» è racchiusa in uno scritto del compianto storico d’arte e dipendente della Soprintedenza ai beni artistici e storici di Verona Fabrizio Pietropoli che ricorda come «l’immagine era oggetto di grande venerazione, come suggerisce la visita pastorale del 1634, tanto da richiedere la costruzione di una capellina dotata di cancellata di ferro». La Madonna era dipinta all’esterno di una casa di proprietà dei nobili Firmi, passata alla metà del XVI secolo come dote nuziale ai marchesi Gianfilippi. «Si narra che il marchese Gianfilippi onorò e ringraziò la Madonna per lo scampato pericolo del figlioletto Felice caduto dalla finestra e rimasto illeso», scrive Ernesto Fasoletti in una ricerca pubblicata sul sito internet del Gruppo Alpini Bardolino di cui ne è il presidente. Tra l’altro nel 1834 il poeta bardolinese Cesare Bettelon si lamentava del «malgoverno» della venerata immagine. L’edicola era protetta dall’ampio portico, abbattuto nel 1927, che avanzava in fondo alla piazza. L’immagine c è opera del pittore bardolinese Beniamino Peretti. •

Stefano Joppi

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