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L'allarme

I cinghiali devastano la proprietà del marchese Guidalberto di Canossa

Il marchese Guidalberto di Canossa
Il marchese Guidalberto di Canossa
Il marchese Guidalberto di Canossa
Il marchese Guidalberto di Canossa

«I cinghiali hanno devastato parte della mia proprietà tra Torri e Garda, dove produco olive e olio extravergine del Garda. Per questo ho scritto alla Regione Veneto e al comune di Torri. Finora, però, non è cambiato nulla». A parlare è il marchese Guidalberto di Canossa, ex vicepresidente della Fiera di Verona, ex vicepresidente del Cda di Unicredit Private Banking ed ex presidente della Federazione veneta di Confagricoltura, che gestisce, tra le altre cose, un’azienda agricola con terreni «nel territorio di Torri per circa 130 ettari e in quello di Garda per ulteriori 40 circa», spiega lui stesso.

«La proprietà», continua, «va dalla riva del lago, nel tratto tra Garda e San Vigilio, fin quasi a località Le Sorte ad Albisano. Il terreno è boscoso e su circa 12 ettari c’è un oliveto specializzato con circa 4mila piante di olivo. Fino al 1993, anno in cui fu istituito il parco regionale del Monte Luppia-Rocca di Garda», prosegue di Canossa, «l’area era gestita come riserva di caccia e si provvedeva al controllo delle popolazioni di animali selvatici. Poi non è stato fatto più nulla». Adesso qual è la situazione? «I cinghiali hanno arato tutto il manto erboso degli oliveti e dei prati, sollevando la terra e i sassi, e hanno distrutto l’impianto di irrigazione a terra», risponde il proprietario.

«Questa situazione rende impossibile la trinciatura dell’erba, utile a mantenere una cotica necessaria alla coltivazione del fondo e alla vita delle piante quale regolatrice dell’umidità del terreno. Inoltre ci sono grossi problemi alla trinciatura delle ramaglie derivanti dalla potatura degli olivi: tutto ciò impedisce un corretto posizionamento delle reti di raccolta del prodotto e un difficilissimo ritiro delle stesse, perché non “scivolano” più sull’erba». Che si tratti di cinghiali per di Canossa è certo: «Questi animali si possono incontrare nei boschi e sentire di notte anche vicinissimi alle abitazioni. Hanno anche arato il prato a pochi metri dalla porta della mia abitazione. Il problema esiste da qualche anno ma, ultimamente, è divenuto insostenibile per un aumento incontrollato della popolazione di ungulati».

Poi lancia l’allarme: «Posso affermare con certezza che passeggiare nei boschi oggi non è affatto sicuro, così come girare in bicicletta. Cosa che fanno parecchi sportivi in questa zona, soprattutto da quando la Regione e il comune di Torri hanno sistemato una stradina pubblica, che attraversa quest’area». Quanto alla sua produzione di oliva Dop del Garda, commenta: «Varia a seconda delle annate e grazie all’impianto di irrigazione installato alla fine degli anni ‘90 e alla coltivazione professionale degli olivi, arriva a 900 quintali per anno». Quest’anno di olio sul Garda non ne è stato prodotto perché gli olivi erano scarichi, ma se l’annata fosse stata come il 2020, anche di Canossa avrebbe avuto problemi, vista la situazione creata al terreno dagli ungulati. «Mi è difficile quantificare il danno economico, che presumo sia di parecchie migliaia di euro. Con l’impianto di irrigazione distrutto, l’impossibilità di coltivazione e l’incertezza della raccolta la situazione si fa veramente difficile», sottolinea. Poi la notizia che rischia di sfociare in una battaglia legale da parte di chi, dai cinghiali, viene danneggiato. «Ho interessato uno studio legale», ha chiuso di Canossa, «e farò fare una perizia giurata. Ho interessato poi sia il comune di Torri che la Regione, chiedendo interventi e indicazioni su cosa fare ma finora non ho avuto risposta. Mi pare che il pubblico, tra spinte opposte, non sappia come procedere, ingabbiato anche da una legislazione inappropriata e prodotta da interessi “ecologisti”, che non considera sia la realtà del mondo animale che le esigenze di chi abita nelle zone protette».

Gerardo Musuraca

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