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I 50 anni del Santuario Si ricorda don Furlani

Don Erminio Furlani  in una foto d’epoca
Don Erminio Furlani in una foto d’epoca
Don Erminio Furlani  in una foto d’epoca
Don Erminio Furlani in una foto d’epoca

Si festeggia domani a Brentino Belluno il cinquantesimo anniversario della posa della prima pietra del santuario del Cristo della Strada. Il Comune di Selva di Progno e la sua frazione Giazza saranno rappresentate da una delegazione di concittadini guidati dal sindaco Marco Cappelletti: era nativo di Selva ed è stato parroco a Giazza don Erminio Furlani, il sacerdote che ebbe l’idea di realizzare il santuario, lungo la Provinciale 11, da allora meta di pellegrinaggi e preghiere. L’evento di commemorazione è organizzato in concomitanza con la festa del trasportatore, promossa dalla sezione trasporti e logistica di Confindustria Verona e da Upav, l’Unione provinciale autotrasportatori veronese che inaugurerà per l’occasione, dopo la messa delle 10.30 celebrata dal vicario del vescovo di Verona monsignor Callisto Barbolan e animata dalla Corale polifonica di Caldiero, una scultura dedicata al cardinale Attilio Nicora e ai sacerdoti Angelo Santi ed Erminio Furlani per il loro impegno nella realizzazione del santuario. Furlani, successe nell’incarico di parroco a Giazza a don Domenico Mercante nel 1945, dopo la sua uccisione ad Ala per mano dei soldati nazisti, e la resse fino al 1962. In quegli anni riuscì ad avviare e far funzionare una scuola materna nei locali della casa curatale. Fu anche uno dei promotori della costruzione della piazza del paese, ricavata con la copertura del torrente della Val Fraselle: questo fu possibile grazie ad un cantiere-scuola da lui fortemente voluto e aperto dal Genio civile. Diede lavoro a decine di allievi scalpellini del luogo, dediti a sbozzare migliaia di blocchi di pietra per sagomarli in conci adatti a formare la volta di copertura del torrente, trasformando un semplice ponte in un’ampia piazza di cui la frazione fino ad allora era priva. Il progetto prevedeva la copertura del “Pàch” (Progno) per 30-40 metri, mediante massicce arcate in pietra per collegare le due sponde e ricavare lo spazio per la piazza, finita nel 1960. Fu una provvidenziale e apprezzata occasione di occupazione e di guadagno per numerose famiglie. Dal 2008, Via Oubarljètzan è intitolata a don Erminio Furlani e sulla facciata del Museo dei Cimbri una targa lo ricorda con riconoscenza per tale memorabile impresa. Divenuto parroco di Belluno, in Val d’Adige, proprio negli anni in cui si stava costruendo la nuova autostrada del Brennero, don Furlani ottenne di spostare sopra un enorme masso roccioso un antico crocifisso, evitando che andasse distrutto, perché posizionato proprio sul tracciato della nuova arteria. Decise poi di posizionare la croce con una cappellina, tuttora visibile dall’autostrada e maturò l’idea del santuario da dedicare al Cristo della strada a protezione dei viandanti. Si tratta di un’ opera portata poi avanti dal primo rettore don Angelo Santi e inaugurata il 5 ottobre 1997 dal cardinale Attilio Nicora.•.

Vittorio Zambaldo

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