<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Gli ambientalisti bocciano il residence Olivo

Lo stabile in costruzione in via Don Gnocchi a Garda finito nel mirino degli ambientalisti
Lo stabile in costruzione in via Don Gnocchi a Garda finito nel mirino degli ambientalisti
Lo stabile in costruzione in via Don Gnocchi a Garda finito nel mirino degli ambientalisti
Lo stabile in costruzione in via Don Gnocchi a Garda finito nel mirino degli ambientalisti

Lo chiama «ecomostro». Andrea Torresani, portavoce del Comitato di difesa dei beni ambientali, architettonici e culturali di Garda punta il dito, tra le varie cose, su «enormi cubature», «volume che occlude la visione del paesaggio», «distanze dalla strada che sembrano inferiori a quelle di legge», «presenza, sulla carta, di un torrente non distante dall'immobile», «velocità dell’appalto». Così ha scritto una lettera al capo ufficio tecnico edilizia privata, Prefettura, Soprintendenza e Genio civile. L’mministrazione però è tranquilla nonostante i quesiti di Torresani, che è uscito anche su Facebook e con un video su Youtube. Il sindaco Davide Bendinelli precisa che alcuni temi trattati da Torresani riguardano scelte di privati e che, «anche i carabinieri hanno fatto un sopralluogo per verificare le distanze dalla strada». Ma Torresani non molla e punta il dito verso l’amministrazione, elencando una serie di magagne alla luce di «un sopralluogo svoltosi al nuovo immobile in via Don Gnocchi denominato residence Olivo, che ha come committente dei lavori la Ad Hok srl di Brunico chiedo di sviscerare alcune questioni». Prima di tutto, si ricordano «le enormi cubature concesse che sembrano superare, più del doppio, l’80% massimo consentito dal piano casa, da cosa derivano? Inoltre ricordo che il progetto per un zona a vincolo ambientale deve essere approvato dalla Soprintendenza». Lo stabile rappresenta un danno per l’ambiente: «Il volume fuori terra», scrive Torresani, «occlude non solo la visuale del paesaggio alle case vicine ma anche ai passanti , mi chiedo se il parere di tale organo sia stato acquisito». Torresani chiede poi «se è stata valutata con attenzione la distanza dal ciglio stradale poiché, di primo acchito, le distanze sembrano inferiori ai 5 metri previsti dalla legge». Su ciò ha puntato il dito in Consiglio comunale la minoranza «Nuova Garda»: «Ho inviato una pec al sindaco e all’ufficio dell’edilizia privata», afferma la capogruppo Anna Codognola, «chiedendo che venga misurata la distanza dell’immobile dalle strade e dalle abitazioni vicine. Un’eventuale, successiva sanatoria non sarebbe una via di uscita». C’è anche la questione relativa ad un corso d’acqua: «Sulle carte predisposte dall’ingegnere del Comune di Garda», rivela ancora Torresani, «compare a fianco, non distante dal nuovo immobile, un torrente. Si chiede se sia stato canalizzato o che direzione abbia poiché non è visibile. Si è tenuto conto, nel dare la concessione, che la zona è sovente soggetta ai fenomeni alluvionali?». Quindi, ricordando che «l’area è passata in mano alla società il 14 settembre 2018» e che «pochi mesi dopo le ruspe invadevano l’area e realizzavano il progetto», incalza:«com’è possibile che in così poco tempo sia stato generato un progetto da milioni di euro realizzando carte progettuali, appalti, rilasciando concessioni e autorizzazioni?». L’esponente ambientalista domanda inoltre se «è stata valutata la capacità finanziaria della società visto che presenta un capitale sociale di 10.000 euro, per un’operazione immobiliare di milioni. In caso di fallimento dell’ operazione chi sarà deputato a solvere economicamente gli accordi preesistenti? Da quali capitali nasce l’operazione immobiliare?». Chiude: «Da immagini allegate risultavano qui diversi olivi (quelli del vecchio hotel) . Oggi sono scomparsi . Si sono osservate le prescrizioni di legge in merito al loro spostamento essendo piante tutelate?». •

Barbara Bertasi

Suggerimenti