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Gardesana, nuove reti in arrivo

I macigni caduti sulla Gardesana a metà settembre
I macigni caduti sulla Gardesana a metà settembre
I macigni caduti sulla Gardesana a metà settembre
I macigni caduti sulla Gardesana a metà settembre

«Dopo le verifiche eseguite è stato individuato un primo intervento che prevede l’installazione di nuovi impianti di difesa passiva ad elevato livello di energia nel tratto della Gardesana a Tempesta. cioè, reti protettive in grado di sopportare la caduta di massi anche di dimensioni cospicue. L'intervento sarà realizzato con procedura d’urgenza e, verosimilmente, prima del prossimo inverno». A dirlo è il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. Il capo della giunta trentina è intervenuto sulla faccenda della caduta dei massi registrata nelle scorse settimane sulla Gardesana, nel tratto di competenza trentina, ma a poche centinaia di metri a nord del confine con Malcesine. Il 10 settembre scorso, infatti, poco dopo le 18, erano caduti grossi massi sulla strada, a circa 200 metri a sud dell'area che, il 2 gennaio 2021, era stata sede di una vera e propria frana. All'inizio dell'anno era venuto giù un intero fronte di montagna con oltre 800 metri cubi di rocce, detriti e terra che si erano riversati sulla via, rovinando l'asfalto e anche il parapetto che divide la Gardesana dal lago. Poi, in una sola settimana a metà settembre si sono registrati altri due smottamenti anche se di entità minore rispetto a gennaio. Risultato: la strada è stata chiusa per tre volte, la prima per 40 giorni (dal 2 gennaio al 12 febbraio), in neppure nome mesi, e solo per pura fortuna non ci sono stati morti o feriti. Chi percorre la strada, nei giorni scorsi, aveva detto di avere paura sia sui social che ai comuni lacustri, visto che la Gardesana è l'unica via che collega la parte veneta al Trentino. Tra le persone preoccupate per la situazione che si è creata ci sono anche il sindaco di Malcesine, Giuseppe Lombardi, e quello di Brenzone, Davide Benedetti. Quest'ultimo ha precisato: «Il disagio è evidente. Dopo la frana di gennaio, la speranza era riposta nei lavori di messa in sicurezza per togliere il pericolo. Gli avvenimenti degli ultimi giorni destano molta preoccupazione, purtroppo. Non sono un tecnico e lascio agli enti competenti e agli esperti la valutazione più appropriata, ma la collaborazione ci deve essere, e sono certo ci sarà, per trovare soluzioni e risolvere nel modo più “definitivo” possibile il problema. Questa zona del Garda tra Veneto e Trentino è di interesse nazionale, ha presenze turistiche da 3 milioni l'anno per la parte veneta, e una valenza economica che non può essere relegata ad un problema di serie B». «La Provincia di Trento», ha spiegato Fugatti, «è impegnata nella manutenzione del territorio di sua competenza nella convinzione che si tratti di un’attività doverosa, indispensabile per lo sviluppo economico e sociale. È un impegno che non viene meno nemmeno se le condizioni climatiche e orografiche mettono a rischio la tenuta di un territorio bello, ma fragile come quello delle nostre montagne e vallate. In caso di necessità vengono messe in campo professionalità diverse quali ingegneri, geologi, vigili del fuoco, personale tecnico, ditte specializzate negli interventi anche in parete per un intervento il più rapido ed efficace possibile. Anche con la Gardesana orientale si procede e si procederà secondo questo approccio consolidato, nella consapevolezza che si tratta di una via estremamente importante per l’economia turistica ma anche per la vita e le relazioni delle comunità che si affacciano sul Garda». «A seguito dell’evento franoso del 10 settembre 2021», hanno spiegato i tecnici della Provincia assieme al presidente, «è stata eseguita un’accurata ispezione del versante a monte da parte del geologo con l’impiego dell’elicottero e l’assistenza di rocciatori specializzati per individuare la nicchia di distacco della frana ed eventuali volumi instabili lungo il versante dalla quota di circa 400 metri sopra la sede stradale fino al livello di quest’ultima. Si è fatto un controllo a terra e anche il disgaggio dell’intera porzione del versante a valle della nicchia di distacco della frana fino alla sede della Gardesana».•.

Gerardo Musuraca

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