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Garda pulito
una promessa
da 100 milioni

Il progetto di potenziamento del collettore del lago di Garda
Il progetto di potenziamento del collettore del lago di Garda
Il progetto di potenziamento del collettore del lago di Garda
Il progetto di potenziamento del collettore del lago di Garda

L’annuncio del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Luca Lotti, due settimane fa a Verona, è stato una sorpresa: il Governo ha destinato 100 milioni di euro per il nuovo sistema di collettamento e depurazione dei reflui fognari del lago di Garda, circa la metà di quei 220 milioni (Iva esclusa) preventivati nella bozza di progetto preliminare predisposta dai gestori del servizio idrico integrato delle due sponde, Azienda gardesana servizi (Ags) per quella veronese e Garda Uno per quella bresciana (con l’Iva la somma dovrebbe avvicinarsi a 260 milioni).

Solo qualche giorno prima della buona notizia una delegazione di sindaci ed esponenti politici locali aveva incontrato a Roma i vertici del ministero dell’Ambiente, ma sulla cifra nulla era trapelato. Anzi: era stato ribadito che lo Stato avrebbe partecipato solo con la compartecipazione degli altri enti territoriali, regioni Veneto e Lombardia in primis, ma anche i Comuni rivieraschi. In attesa che la promessa venga trascritta nero su bianco (alla base ci dovrebbe essere la delibera di agosto del Comitato interministeriale per la programmazione economica, Cipe, non ancora pubblicata) l’annuncio ha comunque avuto un effetto positivo, pur con il nodo del reperimento degli altri fondi necessari. Fermo restando il contributo delle regioni, giudicato indispensabile, c’è una prima apertura da parte dei sindaci gardesani a destinare allo scopo una quota dell’imposta di soggiorno.

IL PROGETTO punta a rifare e potenziare il sistema di collettamento e depurazione attuale, realizzato tra gli anni Settanta e Ottanta, che a distanza di qualche decennio presenta diverse criticità.

Oggi il collettore è un sistema ad anello che, escludendo la parte trentina, raccoglie i reflui fognari (acque nere ma anche bianche meteoriche) dei paesi rivieraschi veronesi e bresciani trasportandoli al depuratore di Peschiera (fanno eccezione Limone e Tremosine, serviti da un proprio depuratore). Le condutture attuali, perlopiù in cemento, sono suddivise in quattro «rami» principali. Il primo, collocato lungo la riva veronese, parte da Malcesine e arriva alla stazione di pompaggio di Brancolino (Torri). Il secondo raccoglie i reflui dell’alto Garda bresciano e in condotta sublacuale attraversa il lago innestandosi a Brancolino per dirigersi da qui, attraverso il terzo ramo del basso veronese, al depuratore di Peschiera, dove arriva il quarto ramo che corre nel basso lago bresciano.

Punti cardine del nuovo progetto sono l’eliminazione delle condotte sublacuali (la più importante è la Toscolano- Torri) e una nuova rete di collettamento, tarata prevedendo l’incremento demografico e turistico e realizzata in ghisa sferoidale, materiale a prova di infiltrazioni che garantisce la massima tenuta nei punti di giuntura.

LA PARTE veronese del progetto è stata redatta da Technital Spa, incaricata da Ags. Prevede che nell’alto lago da Malcesine a Brancolino sia realizzata una nuova condotta a terra a margine della strada Gardesana per trasportare gli scarichi fognari, che verranno poi confluiti direttamente al depuratore di Peschiera tramite un tubo a pressione. Il collettore attuale posto lungo la riva sarà utilizzato per le acque meteoriche, che una volta filtrate in apposite vasche verranno rilasciate a lago. Nel basso lago veronese le tubazioni esistenti, situate fuori dall’acqua e sotto i camminamenti dei centri storici dei paesi, una volta riqualificate continueranno a essere usate per la fognatura, grazie alla capacità residuale ricavata dalla separazione dal ramo dell’alto lago. Anche qui le acque meteoriche verranno trattate in vasche, ma l’impianto così predisposto non potrà operare a regime fino a quando i singoli Comuni non avranno completato la separazione tra acque nere e bianche (potrebbero volerci decenni). Fino ad allora il collettore continuerà a trasportare acque miste al depuratore di Peschiera.

La sponda bresciana sarà resa indipendente da quella veronese grazie a un depuratore che dovrebbe sorgere a Visano (circa 25 chilometri in linea d’aria a sud di Desenzano) riconvertendo quello che un tempo era un impianto di trattamento di reflui zootecnici. Sirmione e Desenzano (i più popolosi della sponda bresciana) continueranno ad usufruire del depuratore di Peschiera.

Katia Ferraro

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