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Funivia, strada
e porto sul Garda

Campo di Brenzone (foto di archivio)
Campo di Brenzone (foto di archivio)
Campo di Brenzone (foto di archivio)
Campo di Brenzone (foto di archivio)

«Le associazioni Italia Nostra sezione di Verona e W.W,F. di Verona, denunciano il progetto di costruire un impianto a fune per collegare Castelletto a Prada e di un porto turistico-sportivo in località Acquafresca. Il sistema operativo utilizzato è ancora una volta il fallimentare, per le casse pubbliche, project financing che, proprio nella nostra regione, il Veneto, in esperienze di un recente passato, ha già creato parecchi problemi».
«Nel caso specifico, l'importo è stimato in circa 60 milioni di euro, con una cospicua penale a carico del comune di Brenzone sul Garda, se la mancata realizzazione non fosse imputabile al proponente. In questo modo la pubblica amministrazione sarà ostaggio dei proponenti privati, guidati dalla società Technital S.p.a. La compensazione per la cordata di operatori privati, saranno parcheggi sotterranei e aerei, ristoranti, negozi e spazi destinati ad un turismo di massa che, nel caso della cabinovia di Malcesine, arriva a 1200 persone all'ora».
«La realizzazione di una tale opera, ambientalmente insostenibile, andrebbe a devastare e cementificare ulteriormente il territorio di Brenzone, il cui entroterra rappresenta, a tutt'oggi, una delle zone più incontaminate e caratteristiche dell'intero territorio lacustre, favorendo un turismo di massa che non è in grado di sostenere. Oltre al faraonico, devastante e inutile progetto della Technital, un altro pericolo sta minacciando l'equilibrio paesaggistico e idrogeologico della zona, ed è la strada mediana, ossia un'arteria viabilistica che, correndo a circa trecento metri dalla riva del lago, taglia orizzontalmente tutta la dorsale del monte Baldo, da Biaza alla provincia di Trento. Le conseguenze che una tale infrastruttura causerà sul territorio sono molte e gravi».
«Innanzitutto, tagliando orizzontalmente la dorsale, interrompe il naturale scorrimento delle acque, con pericolose conseguenze per la sicurezza del territorio. Nei secoli passati, nessuno aveva mai pensato di tagliare e di modificare in quel modo un assetto ambientale che si era stabilizzato nel tempo». «Il territorio italiano sta pagando con drammi e lutti gli esiti di interventi incoscienti e incauti come quello progettato per quell'area. Una seconda conseguenza sarà l'inesorabile lottizzazione e cementificazione di quella splendida fascia di oliveti compresa tra la strada mediana e la Gardesana. Una terza conseguenza, sarà la cancellazione dei segni del rapporto tra l'uomo e il territorio, che si è consolidato nei secoli. Ora si può leggere chiaramente l'antica struttura territoriale organizzata dai nuclei residenziali e fortificati, come il medievale Campo, arroccati sopra la costa e collegati con sentieri e mulattiere al lago, fonte di reddito per la pesca. Con la costruzione della strada mediana tutto questa sarà cancellato».
«La quarta conseguenza è che l'area del Garda Bado, già troppo congestionata, con interventi come quelli proposti, subirà una forma di turismo che consumerà il territorio senza concedere nulla in cambio. Non si può intervenire in un ecosistema prezioso e fragile, considerato il giardino d'Europa, come fosse solo un enorme parco di divertimenti da sfruttare economicamente. Italia Nostra e Wwf si chiedono se gli attuali amministratori del Comune di Brenzone sul Garda, non conoscano i pregi floristici, faunistici, paesaggistici del versante gardesano del Monte Baldo nel tratto dalle rive del lago ai prati di Prada interessato dall'impianto funiviario. Se non considerino i danni che ricadrebbero su questo territorio a causa dell'inserimento di una struttura aliena come un impianto a fune con piloni di ancoraggio e supporto delle funi, con stazione di partenza e arrivo, con devastanti tagli della vegetazione arborea lungo l'intero percorso, e con l'apertura di diverse strade di servizio. Se non sappiamo che l'apertura della strada mediana a mezza costa fra Villanovo e Biaza, per gli scavi, i riporti, i ponti, i raccordi con altra viabilità minore - autentica stecca di pietra, cemento e asfalto - provocherebbe un autentico disastro ambientale e paesaggistico. E se abbiano dimenticato che il Monte Baldo - una grande estensione del versante gardesano del quale - dalle rive del lago a Cima Valdritta costituisce il territorio del Comune di Brenzone - per la singolarità della sua flora e fauna e per le vicende che l'hanno determinata, è in predicato di divenire Parco Naturale. Ma alla fine, anche se ognuno dei precedenti quesiti non trovasse risposta, rimane il fatto che, per le considerazioni proposte, le opere in questione sono inaccettabili. Ed è per questo che Italia Nostra e WWF interessate alla conservazione delle valenze naturalistiche, paesaggistiche e culturali dei luoghi, e di un conseguente turismo sostenibile, chiedono la cancellazione delle opere previste dal project financing che le riguarda».


Giorgio Massignan (Italia Nostra)
Averardo Amadio (Wwf)

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