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Funivia, persi 4 milioni di incassi

La funivia di Malcesine: non si sa ancora quando gli impianti a fune potranno riaprire
La funivia di Malcesine: non si sa ancora quando gli impianti a fune potranno riaprire
La funivia di Malcesine: non si sa ancora quando gli impianti a fune potranno riaprire
La funivia di Malcesine: non si sa ancora quando gli impianti a fune potranno riaprire

È un mix di amarezza e delusione l’atmosfera che si respira alla funivia di Malcesine, alla prese più che mai con la difficilissima situazione creata con il protrarsi dell'emergenza sanitaria causata dal Covid-19, che non sembra voler lasciare la presa. Dopo la complessa gestione degli accessi agli impianti nel periodo estivo, legato alla selva di limitazioni necessarie per tamponare la diffusione del virus, la stagione invernale non è nemmeno partita a causa della pandemia. A Malcesine erano pronti per ripartire con Natale ma l'evoluzione del Covid non ha dato scampo. Uno stop inevitabile che fa ancora più male considerando le abbondanti nevicate che da settimane hanno coperto il Monte Baldo di una spessa coltre bianca che avrebbe di certo contribuito a migliorare, almeno in parte, i numeri di questa annata così tribolata. Invece gli impianti per forza di cose sono rimasti chiusi, tra continui rinvii di ipotetiche date di una riapertura che di fatto non c'è mai stata. «C’è una grande tristezza per l'occasione sprecata», spiega Pier Giorno Schena, presidente di Atf, Azienda Trasporti funicolari Malcesine Monte Baldo. «Senza il Covid sarebbe stato un anno spettacolare. Durante l'inverno avremmo potuto far funzionare tutti gli impianti, Prà Alpesina compresa». Il risultato sono state perdite di incassi per quattro milioni di euro, ricavi scesi del 45 per cento, passaggi nel periodo estivo più che dimezzati. Nel 2019 la stagione estiva si era chiusa con oltre 540mila passaggi nelle cabine che portano in quota i turisti. Nell'estate del 2020, a causa della pandemia che ha portato a contingentare fortemente gli ingressi, non si sono superate le 230mila presenze. Dopo è giunto lo stop forzato. Questi i numeri per Atf da marzo-aprile 2020 ad oggi con la funivia che comunque ha proseguito gli interventi previsti con gli indispensabili lavori di manutenzione ordinaria, ma con i dipendenti, a rotazione, in cassa integrazione. Numeri comunque da far tremare le vene e i polsi, «che non hanno comunque intaccato la solidità dell'impresa». «Ma la preoccupazione oggi non è tanto la chiusura forzata in sé delle strutture ma che si navighi nell'incertezza totale», spiega il presidente di Atf Pier Giorgio Schena. Al momento, infatti, non si sa ancora quando e come gli impianti a fune, compreso quello melsineo, potranno riaprire i battenti. «Almeno fino al 15 febbraio non si potrà aprire», sottolinea Schena. «Ma non si sa se la chiusura verrà prorogata o meno. Se ci fosse una data precisa si potrebbe lavorare con una programmazione. Siamo tutti sulla stessa “barca”, in una situazione difficile da interpretare: ad oggi si vive alla giornata senza certezze sul futuro, con diverse incognite anche sul piano vaccini», commenta Schena. Con la stagione invernale ormai compromessa, le speranze sono tutte riposte sulla stagione primaverile ed estiva. I più ottimisti vedono la possibilità di una ripartenza con Pasqua, che quest'anno cade il 4 aprile, o forse addirittura prima. Ma molto dipenderà dall'evoluzione del virus e dagli esiti del piano vaccinale. «Voglio rimanere comunque ottimista. La nostra speranza», osserva infine il presidente della funivia di Malcesine, «è che il grosso sacrificio che tutti abbiamo dovuto fare nella scorsa stagione potrà essere superato con la possibilità di riaprire questa primavera e che nel 2021 si possa ripartire senza troppe restrizioni, con un buon afflusso di turisti». Ma anche in quel caso rimarranno le incognite sulle modalità con cui i visitatori potranno salire sugli impianti: quante persone alla volta potranno entrare nelle cabine, se potranno arrivare anche gli stranieri o gli italiani da fuori Regione e tanti altri aspetti ancora da decifrare. «Noi non vediamo l'ora di ripartire alla grande», ribadisce Schena. «Abbiamo tanta voglia di tornare a lavorare al massimo». •

Emanuele Zanini

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