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Ex ospedale, sì regionale a 12 letti

Gli esterni del centro polifunzionale, ex ospedale di Caprino
Gli esterni del centro polifunzionale, ex ospedale di Caprino
Gli esterni del centro polifunzionale, ex ospedale di Caprino
Gli esterni del centro polifunzionale, ex ospedale di Caprino

«Il 16 ottobre l’Ulss 9 Scaligera ci ha comunicato che i 12 posti letto dell’Ospedale di comunità (Odc), da realizzare al terzo piano del Centro sanitario polifunzionale (Csp) di Caprino, hanno avuto il parere favorevole della Regione Veneto. Infatti l’intervento era all’ordine del giorno della Commissione per gli investimenti tecnologici e in edilizia (Crite)». Lo annuncia il sindaco, Paola Arduini, all’indomani di un Consiglio in cui il tema Sanità è stato affrontato anche per rispondere alla mozione e alla interrogazioni presentate, ancora quest’estate, dalle minoranze. La prima, del gruppo Amiamo Caprino, chiedeva documenti attestanti l’approvazione dei progetti di «riqualificazione dell’ (ex, ndr)ospedale e relativi impegni di spesa». L’interrogazione, di Alleanza per Caprino, chiedeva sul «progetto di riorganizzazione» dello stesso. E pochi giorni fa l’Ulss 9 Scaligera ha confermato che, «venerdì scorso, la Crite ha approvato lo studio di fattibilità del Centro polifunzionale di Caprino, dando priorità agli interventi per la realizzazione dell’ Ospedale di comunità». Il sindaco, come in Consiglio, fa una cronistoria dell’annosa vicenda: «Il 22 luglio si tenne in Comune, su richiesta del direttore generale dell’Ulss 9 Scaligera, presente con un tecnico ed alcuni sindaci ed amministratori locali, un incontro per presentare uno studio di fattibilità volto a riorganizzare il Csp. Studio poi inviato, per essere esaminato, in Regione. Le dichiarazioni del direttore e tale invio, da parte dell’Ulss, le abbiamo ritenute garanzia della volontà di ridare dignità e rilevanza al Csp, come previsto nella programmazione regionale. Credo», commenta, anche rispondendo all’esortazione di Cristiano Pastorello, capogruppo di Amiamo Caprino, a «fare azioni politiche incisive», che «molto siano contati il dialogo intercorso tra me, colleghi sindaci del Baldo Garda, Ulss, Regione. In seguito l’Ulss comunicò che la parte relativa all’Odc», rammenta, «sarebbe iniziata a settembre, Covid-19 permettendo, e che, per novembre o dicembre, i primi pazienti avrebbero potuto essere ricoverati. Ora siamo quasi a fine di ottobre», allarga le braccia. «Nessun lavoro è partito ma, almeno, siamo certi del parere favorevole della Crite. Sarà nostro compito, ora più di prima», afferma, «insistere con Ulss e Regione affinché tale iter non resti sempre sulla carta ma si concretizzi. In quanto al progetto. Il sindaco ha fatto sapere che prevede «fondamentali interventi» che verranno realizzati, «sfruttando al meglio gli spazi utili esistenti e, come ci hanno detto, in circa 5 anni». Oltre alle necessarie opere legate agli aspetti normativi di sicurezza, Arduini spiega che si prevede la demolizione del corpo di fabbrica dell’ala ovest mentre in quello centrale, detto «Chiostro», una parte è stata destinata alla Comunità alloggio per disabili «La Casa dei Sogni». «Al piano terra 6 locali, circa 150 mq , con ingresso separato, saranno per il gruppo dei medici di medicina generale. Altri spazi si impiegherebbero per attività esterne e servizi generali come ambulatori». Quindi Arduini passa all’ala est (quella nuova). «È prevista la demolizione del 5. piano, oggi non usato e al grezzo. Al piano interrato sono programmati magazzini, depositi e vani tecnici. Il piano terra si dividerà tra poliambulatori, Punto di primo intervento, presidio di ambulanze e auto medica, Punto prelievo, oggi operativo, Distretto con front office». Poi continua: «Il primo piano sarà destinato alla Rsa Psichiatrica, collocazione che faciliterebbe i pazienti nel raggiungere le aree esterne. Al secondo piano andrebbe la Radiologia ma auspichiamo un aumento dei servizi di diagnostica. Al terzo, appunto l’ Odc, al quarto Servizi generali, dialisi, studi e ambulatori medici». Commenta: «Il primo obbiettivo è l’apertura dell’OdC e, auspichiamo a breve, della Medicina di gruppo. È ora fondamentale», ribadisce «collaborare tra Enti, puntando sulla realizzazione di tali opere nel più breve tempo possibile». •

Barbara Bertasi

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