<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'incidente di Pacengo

«Era a terra in una pozza di sangue, l'ho soccorso, ma ho temuto di perderlo. Non scorderò le urla di moglie e figlia»

Il racconto dell'ex infermiere intervenuto a soccorso del turista
Il soccorritore  Giuseppe Pasini, 72enne infermiere in pensione di Soave, è in vacanza a Pacengo  FOTO PECORA
Il soccorritore Giuseppe Pasini, 72enne infermiere in pensione di Soave, è in vacanza a Pacengo FOTO PECORA
Incidente a Pacengo (Pecora-Joppi)

«Il ricordo delle urla strazianti della bambina e della sua mamma mi hanno tenuto sveglio tutta la notte. Non le scorderò facilmente». Giuseppe Pasini, 72 anni, di Soave, infermiere in pensione da una quindicina d’anni, in villeggiatura al Camping Lido di Pacengo con la moglie, rivive con emozione i drammatici momenti di venerdì mattina: è stato lui il primo a soccorrere M.M., il turista tedesco di 33 anni colpito da una sbarra caduta da un parapetto dell’edificio situato in via Porto 16, a Pacengo, che al piano terra ospita il Sifa Bar.

Il giovane straniero, proveniente dal lago di Costanza, che stava passeggiando nella frazione di Lazise con in braccio la figlioletta rimasta miracolosamente illesa, e con la moglie incinta che li seguiva a due passi, è ancora ricoverato all’ospedale di Borgo Trento nel reparto di terapia intensiva neurochirurgica con prognosi riservata, con fratture craniche e cervicale, intubato, in coma farmacologico.

Il soccorritore Pochi istanti dopo l’incidente, avvenuto poco dopo le 8 del mattino, Pasini si è precipitato a soccorrere l’uomo: la persona giusta al posto e al momento giusto. «Come ogni mattina stavo facendo colazione con mia moglie proprio al Sifa Bar. Stavamo finendo di bere il caffè quando ho sentito un rumore di ferraglia e subito dopo delle grida indescrivibili», racconta Pasini, infermiere per quarant’anni, di cui venti passati al Pronto Soccorso di San Bonifacio.

«Mi sono precipitato fuori dal locale e mi sono ritrovato di fronte una scena impressionante: un uomo a terra in una pozza di sangue e a fianco la moglie e la loro bambina disperate, sotto shock. Lui era incosciente, ho cercato di aprirgli la bocca e di distenderlo sulla schiena. Rantolava. Ho subito pensato che le sue condizioni fossero molto serie. Stava perdendo molto sangue, specie per una profonda ferita nella zona della nuca. Ho temuto anche di perderlo. È stato terribile», confessa ancora scosso Pasini.

Nel frattempo dal bar erano stati chiamati i soccorsi. L’ex infermiere - assistito sul posto anche da Dario Andreoli, farmacista di Pacengo, che aveva aperto da poco la farmacia, situata a poche decine di metri dal posto dove è avvenuto il fatto - ha così potuto parlare con un operatore del 118: «Sono stato guidato al telefono passo passo dai sanitari». «Ho iniziato a praticare il massaggio cardiaco e poco dopo il ferito ha ripreso a respirare normalmente. Ha cominciato a muovere le gambe e le braccia in maniera autonoma. A quel punto», afferma Pasini, «ho preso un po’ di coraggio e ho tirato un piccolo sospiro di sollievo, specialmente quando lui stesso, da solo, ha fatto un segno con il pollice all’insù».

Il soccorritore  Giuseppe Pasini, 72enne infermiere in pensione di Soave, è in vacanza a Pacengo  FOTO PECORAVia Porto  Un momento del sopralluogo sul luogo dell’incidente
Il soccorritore Giuseppe Pasini, 72enne infermiere in pensione di Soave, è in vacanza a Pacengo FOTO PECORAVia Porto Un momento del sopralluogo sul luogo dell’incidente

L’ex infermiere ha poi tamponato la ferita anche grazie all’aiuto del farmacista, in attesa dell’arrivo dei soccorsi, giunti poco dopo, che hanno trasportato d’urgenza M.M. all’ospedale di Borgo Trento. Responsabilità Nel frattempo i carabinieri di Lazise e gli ispettori dello Spisal stanno completando le indagini per stabilire l’esatta dinamica dell’accaduto e soprattutto individuare le cause e le responsabilità di quanto successo. Ora bisognerà indagare e capire perché si è staccato un pezzo del muro perimetrale dell’edificio sopra al bar trascinando con sé la staffa metallica conficcata nel cemento per sostenere il parapetto provvisorio, installato durante la sistemazione del tetto. Sarà da chiarire inoltre anche per quale motivo, nel momento dell’incidente, l’area non fosse transennata e interdetta al passaggio dei pedoni. «Ci sono poche scuse e giustificazioni su quanto accaduto», commenta il sindaco di Lazise Luca Sebastiano. «L’area era facilmente delimitabile», aggiunge. «Ci sono responsabilità evidenti, che gli enti preposti per le indagini andranno a individuare».•.

Leggi anche
Un pezzo di parapetto cade sulla testa di un turista: 33enne ferito in modo grave

Emanuele Zanini

Suggerimenti