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caprino veeronese

Emergenza cinghiali sul Baldo, «Vanno aumentate le catture e gli abbattimenti»

Vertice con l’assessore regionale alla caccia Cristiano Corazzari. L’obiettivo è potenziare il sistema dei chiusini per intrappolarli
Un esemplare di cinghiale, l’eradicazione nell’area montebaldina rimane l’obiettivo di fondo
Un esemplare di cinghiale, l’eradicazione nell’area montebaldina rimane l’obiettivo di fondo
Un esemplare di cinghiale, l’eradicazione nell’area montebaldina rimane l’obiettivo di fondo
Un esemplare di cinghiale, l’eradicazione nell’area montebaldina rimane l’obiettivo di fondo

Avanti tutta con gli abbattimenti e le catture dei cinghiali sul Monte Baldo, anche attraverso un piano regionale che punta a implementare l'uso dei chiusini, da affiancare alle tecniche di abbattimento già in uso.
Ad annunciarlo, ieri pomeriggio, è stato l'assessore regionale alla Caccia Cristiano Corazzari, nella sede dell'Unione Montana a palazzo Malaspina Nichesola di Caprino, dove il Comitato spontaneo per la difesa del Monte Baldo, presieduto da Giacomo Brunelli, ha organizzato un incontro per fare il punto della situazione sempre più scottante. All'evento, oltre allo stesso amministratore regionale accompagnato dal dirigente Pietro Salvadori e dal funzionario Ivano Confortini, erano presenti, tra gli altri, il presidente dell'Unione Montana Maurizio Castellani, Silvia Marcazzan, membro di Giunta di Coldiretti Verona, alcuni rappresentanti dei cacciatori e del mondo ambientalista, oltre ad amministratori locali.


Recinti di cattura «Dopo gli ottimi riscontri ottenuti in alcune aree come i Colli Euganei», ha affermato Corazzari, «la nostra intenzione è creare un piano regionale per aumentare l'uso di recinti di cattura per prelevare il numero più alto possibile di esemplari», e di cui potrà beneficiare anche il Monte Baldo. «Le tecnologie oggi utilizzate consentono di fare un monitoraggio costante dei risultati ottenuti dalle speciali gabbie», previa una mappatura delle aree per decidere le modalità con cui installare le strutture in cui intrappolare gli ungolati. I chiusini, ha sottolineato l'assessore regionale, hanno il vantaggio di poter essere usati non solo dai cacciatori ma anche da agricoltori e proprietari terrieri, con cui attivare forme di collaborazione, assieme al mondo venatorio. Un altro vantaggio è rappresentato dal fatto che, oltre a poter catturare una decina o più di esemplari alla volta, si possono intercettare maschi, femmine, fino ai più giovani, più difficili da intercettare con le altre tecniche. I chiusini, ha precisato inoltre Confortini, sono particolarmente adatti ed efficaci sul Baldo, dove il trenta per cento del territorio è area protetta e non si può fare attività venatoria.

 


Il progetto Le tempistiche per realizzare il progetto, da affiancare alle altre tecniche di caccia e prelievo, potrebbero essere brevi - anche pochi mesi - con finanziamenti globali di qualche centinaio di migliaio di euro che comprendano anche altra fauna selvatica. A Corazzari sono arrivate da più parti alcune richieste: la creazione da parte della Regione di un tavolo permanente per il monitoraggio costante dell'emergenza cinghiali; il mantenimento dell’eradicazione della specie dall'area montebaldina come obiettivo finale; la possibile apertura alla commercializzazione della carne di cinghiale e la creazione di una filiera correlata.
L'assessore ha ricordato come esista già un tavolo di lavoro, ma che è possibile implementare. In merito all'eradicazione, questo rimane l'obiettivo di fondo, anche se, è stato ammesso, vista l'espansione esponenziale dell'ungulato, il primo traguardo da raggiungere è un rapido ed efficace contenimento.
I tecnici regionali, invece, hanno chiuso la possibilità di vendere la carne di cinghiale, non prevista dalla legge. 

Emanuele Zanini

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