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«Dite che andate in farmacia e chiamateci»

Una vittima di violenza in preda alla disperazione
Una vittima di violenza in preda alla disperazione
Una vittima di violenza in preda alla disperazione
Una vittima di violenza in preda alla disperazione

Barbara Bertasi Primo femminicidio «in tempo di Coronavirus». A Furci Siculo, in provincia di Messina, ieri un ventottenne durante una lite ha strangolato la sua compagna, Lorena Quaranta di 27 anni. Poi ha tentato di suicidarsi, ma prima ha chiamato il 112 per confessare l’omicidio. Anche a Verona cresce la preoccupazione per le convivenze «strette», forzate dalla pandemia, quando anche una semplice telefonata per chiedere aiuto al Telefono Rosa diventa un’impresa impossibile. Al punto che quelle effettuate in Italia, dall'inizio della quarantena da Covid-19, al numero ministeriale 1522 da donne vittima di violenza sono drasticamente calate del 50 per cento. Non nella nostra provincia, però, dove la campagna di informazione immediatamente attuata da Telefono Rosa pare stia dando i suoi frutti. Le chiamate dall'inizio del 2020, quarantena inclusa, sono state più o meno quante quelle dello stesso periodo del 2019. Tuttavia resta il dubbio che molte più donne di allora, in questo inedito stravolgimento del quotidiano, stiano vivendo in silenzio nell'inferno di una coabitazione forzata che rende difficilissimo gestire giornate lunghissime durante le quali devono stare con un marito o un compagno «maltrattante», uomini incapaci di contenere rabbia e aggressività. «Noi volontarie del Telefono Rosa siamo molto preoccupate per loro, costrette a coabitare, 24 ore su 24, con uomini violenti e molto controllanti che non rendono possibile a mogli e compagne fare persino una telefonata», dicono la presidente Lorella Don e la responsabile ufficio legale Sara Gini. Gini ribadisce: «Sul territorio nazionale si è dimezzata la quantità di chiamate al 1522. Il dato, però, non è confermato dal Telefono Rosa di Verona poiché in questi primi mesi del 2020, anche dopo lo scoppio dell’emergenza e l’avvio dell’isolamento, le cifre registrate nello stesso periodo del 2019 sono le stesse. La nostra pronta campagna pubblicitaria», prosegue, «fatta attraverso social, Comuni convenzionati tra cui Caprino, e media locali è stata premiata come indica la costante affluenza di richieste di aiuto». Ma potrebbe anche esserci un non calcolato sommerso o un repentino cambiamento in arrivo. «L'emergenza Covid-19 non è finita e potrebbe aggravare certe situazioni di convivenza», dice sempre l'avvocata Gini. «Ci preme dire che noi del Telefono Rosa ci siamo sempre. Basta chiamare lo 045.8015831. Intanto, visto che, con l' emergenza Covid-19 le condizione di violenza di genere si stanno in generale aggravando, il Ministero per le Pari opportunità, di concerto con il quello degli Interni, ha previsto un intervento mirato a reperire alloggi per le donne costrette ad allontanarsi da casa per tutelare l'incolumità propria e dei figli, che spesso stanno con loro, anche quando le preposte “case rifugio” non possono offrire spazi idonei in osservanza alle previste necessità di tutela della salute». «Le donne», informa Gini, «potrebbero, quindi, trovare rifugio temporaneo anche in strutture alberghiere. Come abbiamo anticipato, ad esempio, all'amministrazione di Caprino che da anni ci rende disponibile uno sportello, ora ovviamente chiuso». «Speriamo soprattutto, però, che si possa anche prevedere l'allontanamento del maltrattante, come previsto dalla legge», aggiunge. «L’applicazione di tale misura permetterebbe alle donne di rimanere nelle loro case e di non dover stravolgere le loro abitudini, subendo un danno ancora maggiore». L’importante messaggio che le volontarie del Telefono Rosa lanciano è: «Chiamate, in ogni caso», sottolinea Gini, «perché siamo operative e pronte a rispondere». Il consiglio è questo: «Organizzatevi e trovate un momento propizio per chiamare: mentre andate a fare la spesa o in farmacia, quando portate fuori il cane o uscite per buttare la spazzatura. Chi ci riesce, anche in questo difficile periodo, troverà ascolto, accoglienza, sostegno e avrà accesso alla consulenza legale gratuita usando il telefono. Si può anche scrivere a trverona@gmail.com». Ragguaglia sempre lei: «Il nostro team di avvocate è infatti operativo e in grado di raggiungere quante ne abbiano necessità informandole dei loro diritti e degli strumenti legali, penali e civili che aiutano ad avviarsi alla via d' uscita dalla violenza». Questo passo «salvavita» è dunque possibile anche ora. «Intanto organizzeremo il percorso per partire appena l’emergenza si sarà ridimensionata», afferma. E ribadisce come sia fondamentale chiedere aiuto prima che sia troppo tardi. «Siamo qui per te», dicono la presidente e la legale. «Invitiamo inoltre chi è in una situazione di grave pericolo a chiamare le forze dell'ordine digitando il 112. Numero che consigliamo di fare anche a chi è a conoscenza di simili situazioni». •

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